domenica 13 gennaio 2013

sulla vecchiaia, prima riflessione.

vorrei riflettere sulla vecchiaia..
non ritengo ancora si avvicini, ma siamo sulla buona strada. Le articolazioni te lo ricordano ogni mattina, qualdo ti alzi più strisciando che saltando! Vorrei riflettere sulla qualità di vita dei "vecchi" alla luce di servizi evanescenti e città non a misura, quindi incivili. 
Ma decido, adesso, di cedere la riflessione a Sandor Marai, dal romanzo "le Braci"....
dopo, in questi giorni, man mano che invecchio, ci tornerò.

Ho compreso tutto. Che cosa vuoi che ti dica?…si invecchia un po’ alla volta: in un primo momento si attenua la voglia di vivere e di vedere i nostri simili. A poco a poco prevale il senso della realtà, ti si chiarisce il significato delle cose, ti sembra che gli eventi si ripetano in maniera fastidiosa e monotona. Anche questo è un segno di vecchiaia. Quando ormai ti rendi conto che un bicchiere non è altro che un bicchiere e che gli uomini, qualunque cosa facciano, sono solo creature mortali. Poi invecchia il tuo corpo: non tutto in una volta, certo, invecchiano per primi gli occhi, oppure le gambe, lo stomaco, il cuore. Si invecchia così, un pezzo dopo l’altro. Poi a un tratto invecchia la tua anima: anche se il corpo è effimero e mortale, l’anima è ancora mossa da desideri e ricordi e cerca ancora la gioia. E quando scompare anche questo anelito alla gioia, restano solo i ricordi e la vanità di tutte le cose; a questo stadio si è irrimediabilmente vecchi. Un giorno ti svegli e non sai più perchè ti sei svegliato. Conosci già esattamente quello che il giorno presenterà alla tua vista: la primavera o l’inverno, gli scenari abituali, le condizioni atmosferiche, l’ordine dei fatti. Nulla di sorprendente può ormai accadere: non ti sorprendono più neanche gli eventi inattesi, insoliti o raccappriccianti, perchè conosci tutte le probabilità, hai previsto già tutto e non ti aspetti più nulla, nè in bene nè in male… e questa è la vera vecchiaia. Eppure qualcosa è ancora vivo nel cuore, un ricordo, una qualche speranza vaga e nebulosa, c’è qualcosa che vorresti ancora dire o apprendere. Un giorno, lo sai bene, quel momento arriverà e allora, tutt’a un tratto, apprendere e affrontare la verità non ti sembrerà più tremendamente importante come avevi supposto durante i decenni di attesa. L’uomo comprende il mondo un po’ alla volta e poi muore. Scopre le cause nascoste dei fenomeni e delle azioni umane. Il linguaggio simbolico dell’inconscio…perchè gli uomini ricorrono a un linguaggio simbolico per comunicare i loro pensieri, te ne sei accorto?…Gli uomini non sanno nulla di se stessi. Parlano sempre dei loro desideri e camuffano ostinatamente i loro pensieri più segreti. Se impari a riconoscere le menzogne degli uomini, noterai che essi dicono sempre cose diverse da ciò che pensano e vogliono davvero. Allora la vita si fa quasi divertente. Poi un giorno arrivi a comprendere la verità: vuol dire che sono arrivate la vecchiaia e la morte. Ma a quel punto non si prova più dolore.
ho scelto la foto della casa a Palizzi marina, dove tutto è cominciato...

lunedì 31 dicembre 2012

LE POLITICHE SOCIALI SONO LA MISURA DELLA CIVILTà DI UN POPOLO....



L’anno che verrà non potrà che essere migliore per le Politiche Sociali dell’Area.
Il concetto, che presuppone una speranza, è semplice da spiegare e desidero farlo con una metafora.
Oltre il fondo non si può andare.
Si può solo risalire.
L’anno passato ha visto un’ incredibile indietreggiamento rispetto a quanto, con difficoltà, ottenuto negli anni.
Non voglio fare un’analisi politica. Non è mestiere mio. Ma come non rilevare la stasi che attanaglia l’Ufficio Piano insediato presso il Comune di Melito di Porto Salvo, capofila di distretto, con stimoli e difficoltà nel corso degli ultimi anni.
Siamo fermi e non se ne capiscono le ragioni.
Ricordo che la Programmazione è l’unico contrasto all’annichilimento economico che hanno subito le Politiche Sociali dal 2010 ad oggi.
Per entrare nel merito l’anno a cui ho fatto riferimento è stato l’ultimo che ha visto finanziato il Fondo per le Non autosufficienze. Oltre il fondo è stato cassato.
Sul fondo politiche sociali in genere si è passati da 1231,2 ml. Euro del 2008 a 178,5 ml. Euro nel 2011.
La Politiche Sociali non sono un termine che dobbiamo sentire distante ed eccessivamente tecnico, perché consistono in interventi professionali e finanziari per rispondere ai bisogni delle persone anziane sole e non autosufficienti, delle persone con disabilità, delle famiglie in difficoltà sociale ed economica, dei minori da sostenere e non utilizzare soltanto in spot elettorali, degli immigrati, risorsa e non problema, e presuppongono tanti altri interventi che sono la misura della civiltà di un popolo.
Non sono e non debbono essere un fondo dal quale attingere per compensare altrui sprechi.
Che fine ha fatto, tornando sempre al Comune di Melito, la Consulta delle Politiche Sociali che negli ultimi anni era il tafano che pungeva nelle tenebre, oltre ad essere un interessante luogo di confronto e proposta ?
Da qui un appello all’Assessore al ramo di convocare la Consulta subito e sostenere il suo riassetto.
E negli altri Comuni perché non esiste una Consulta?
Vorrei chiarire da subito un concetto.
Mi appello prevalentemente al Comune di Melito in quanto capofila di Distretto e come tale, per legge, competente per spingere e sostenere le Politiche Sociali d’Area.
È oltremodo vero che  il III settore ha la sua parte di responsabilità in ciò.
In questo momento rischia di ripiegarsi nelle proprie difficoltà, di chiudersi a riccio per difendersi dalla riduzione delle risorse, dai ritardi nei pagamenti e per ultimo dalle aggressioni mediatiche fantasiose quanto inconsistenti.
Al III settore locale chiedo fiducia e coesione. Verremo fuori anche da questa tempesta ma solo rimanendo uniti.
La crisi ha accentuato i bisogni ed i più deboli sono diventati gli agnelli da sacrificare al pubblico egoismo.
Dobbiamo, invertendo la tendenza alla rassegnazione, sostenere fortemente la promozione umana perché in essa risiede il futuro di un contesto.
Solidali si cresce e coesi si vince.
Che sia un anno nuovo, ma veramente nuovo, soprattutto nella coesione e nell’impegno tanto personale quanto collettivo.  

lunedì 24 dicembre 2012

gli auguri natalizi del Forum


carissimi
lungi da me inviare "messaggi alla Nazione" di sapore politico, non è il caso e non sarei la persona adatta. Alcune riflessioni in occasione della Festa che ci fa tutti "buoni e belli" desidero come portavoce del Forum del III settore Grecanico farle e soprattutto condividerle con tutti Voi.
Che ci troviamo in una difficile situazione economica è cosa nota e purtroppo di rilevanza continentale.
Che questa crisi la paghino i più deboli è meno sopportabile. L'attenzione che la politica rivolge ai servizi sociali in genere è insufficiente ed a cascata trascina nel disagio utenti, associazioni e cooperative, famiglie degli utenti, operatori, famiglie degli operatori, fornitori, mercato in genere, cultura della solidarietà, crescita collettiva e quant'altro possiamo agganciare alla situazione.
Questo per una aggregazione come il Forum non è sopportabile e quanto più la risposta è morbida, tanto più si entra in un imbuto dove annegano i diritti umani e civili.
Non desidero appesantire il clima festivo con queste amare riflessioni, ma neanche facilitare la creazione di una patina di normalità che non risponde alla verità.
Occorre reagire, a partire da questi momenti, con azioni semplici ma poderose da realizzate.
Anzitutto l'unità nel III settore, reggiunta dopo decenni, da difendere contro attacchi esterni ed anche contro le nostre diversità che ogni tanto tornano a galla.
Uniti si può e si vince contro tutto e tutti.
Inoltre l'attenzione.
Attenzione ai bisogni di tutti, i nostri come quelli degli altri, come quelli del territorio assalito da proposte indecenti e dannose in cambio di lavoro.
Se il III settore locale impiega oltre duecento persone un motivo ci sarà. E potrebbe impiegarne altrettante se soltanto la politica avesse maggiore attenzione promuovendo di più 
i servizi alla persona, non utilizzando il settore come contesto di riduzioni della spesa e soprattutto pagando per tempo i servizi in essere.
Su questo ci si appella ad una maggiore attenzione "politica".
Inoltre l'impegno.
Nella nostra Area si registrano, purtroppo, alcune incompiute.
Una su tutte il Piano Sociale di Zona "grecanico"inspiegabilmente arenato in Ufficio Piano.
Su questo argomento l'appello al comune capofila è scontato ma ovviamente opportunamente corredato dal nostro sostegno ed impegno.
Oggi è quasi Natale e senza polemica e pur con animo conciliante non si possono non rilevare i nodi, particolarmente acuiti appunto dalle festività.
Dopo feste andremo senz'altro ad una riorganizzazione del nostro Forum, attivando azioni che possano facilitare la partecipazione e rinfrescando il Direttivo ed il Portavoce.
Il mio impegno non dipende certamente da una carica.
A voi tutti, di cuore, l'augurio di un Natale consapevole quanto sereno.
un caro saluto 

lunedì 10 dicembre 2012

I Work – Experience non devono essere un progetto spot ma prevedere l’attivazione della presa in carico comunitaria.





In merito Programma Operativo regionale fondo sociale Europeo, ovvero percorsi di integrazione e reinserimento nel mondo del lavoro dei soggetti svantaggiati, nonché lotta alla discriminazione nell’accesso al mercato del lavoro e nell’avanzamento nello stesso e promozione dell’accettazione della diversità sul posto di lavoro, meglio conosciuti come Work – Experience, nel nostro caso per disabili psichici, desidero affrontare alcuni nodi.
La cooperativa Rinascita ha percorso questa via nell’anno 2011 terminando nel luglio 2012, il progetto i Colori della Vita.
Sono state coinvolte sei persone fragili con patologia psichica.
Nel marzo del 2012 la cooperativa ha organizzato un seminario di verifica del progetto, con il chiaro intento di immaginare attraverso la rete sociale ed Istituzionale un percorso di sostegno successivo al termine del progetto.
In quell’occasione la grande assente è stata appunto la rete Istituzionale formale.
E questo è un problema oltremodo serio in quanto il III settore da solo non può farcela a sostenere alcune esperienze.
Cos’ha fatto Rinascita, pur nelle difficoltà ormai note nelle quali versa, per garantire ai sei ex Work – Experience una speranza?
È presto detto.
Una persona con particolari attitudini è stata impiegata ne mesi estivi in sostituzioni di operatori in ferie. E rimane in graduatoria.
Per un altro tirocinante, identificato come elettivo un intervento di socializzazione piuttosto che di impiego lavorativo, è stato attivato un progetto di volontariato.
Altri tre ospiti posseggono una rete solida interno a sé e non manifestano grosse necessità lavorative.
Con loro la cooperativa rimane in contatto costante.
Per un’altra persona, forse la più difficile ma anche la più bisognosa, si prosegue a stimolare gli Enti pubblici ad una presa in carico di comunità, oltre che il territorio.
L’unico percorso possibile è appunto immaginare, e lavorare in tal senso ovviamente, una presa in carico comunitaria dove III settore ed Istituzioni congiuntamente identificano strade per affrontare il problema della disabilità psichica correlata al mondo del lavoro.
Sono perfettamente consapevole che il lavoro è una carenza per tutti, ma va preso atto che per le persone fragili questa carenza è triplicata.
Cosa ingiusta e discriminatoria in uno stato di diritto.
Concludo con un appello.
Rinascita non intende abbandonare al loro destino le persone che ha avuto il privilegio di incontrare per un anno, sostenere al reddito e non solo.
Sta facendo quello che può e forse di più delle proprie possibilità.
Ma da sola con può farcela per cui si chiede alla rete sociale ed istituzionale di sostenerci in questa impresa che profuma di civiltà e welfare.
                                                                                     

sabato 28 aprile 2012

se continui a votare....l'amico ed il compare...

Dopo mesi che non scrivevo sul blog, distratto, lo ammetto, dal social network, rientro pentito.
E lo faccio stimolato da una discussione in panetteria, stamattina, alla quale, muto spettatore, ho assistito. Un vecchietto, un po’ qualunquista per la verità, ma concediamogli l’immunità senile, rivolgendosi al gestore afferma convinto che la politica è sporca, tutti mangiano, chiunque risulti eletto non “cambia niente.”

Il gestore, meno scusabile del vecchietto, risponde che “a lui queste cose non interessano perché si alza alle due di notte per lavorare e chi fa politica invece non ha niente da fare.”

Ecco, il problema sta proprio in questa discussione leggera e qualunquista, permeata di luoghi comuni e pregiudizi.

Esempio è l’amico che, in occasione della raccolta firme contro il rimborso elettorale ai partiti, dice – non firmo perché ho tre cugini che lavorano nelle segreterie politiche .

Un mix di interesse privato supposto e scarsa conoscenza del problema. Ma cosa fare per produrre cambiamento?

Intanto il politico deve recuperare la fiducia del cittadino, e per fare questo occorrerebbe:

- Guadagnare di meno;

- Non confondere il fine ( il benessere della gente) con il mezzo ( la tornata elettorale);

- Non essere/sentirsi rappresentativo del proprio gruppo familistico o del proprio quartiere;

- Non promettere vantaggi per pochi ma impegno per tutti;

potrei continuare all’infinito ma decido di fermarmi perché rischio di fare moralismi facili, e concludo con una leziosa rima….

Se continui a votare…l’amico ed il compare….

Anche tu caro elettore , in attesa di favore…

Sarai responsabile contento di un mancato cambiamento!!!


Buon voto responsabile a tutti



martedì 20 dicembre 2011

Natale non viene per tutti

Con le festività Natalizie, dal significato sovente fuorviato nella direzione consumistica, si acuiscono le differenze sociali.
Preferisco, nella fattispecie, chiamarle iniquità.
Faccio riferimento ai lavoratori del III settore convenzionati con l’Azienda Sanitaria Provinciale o gli Enti locali.
Per la cronaca, mentre il resto del mondo impiegatizio ha già percepito lo stipendio e la tredicesima mensilità, i lavoratori del III settore, i più fortunati naturalmente, sono fermi al mese di agosto 2011.
Altri non vedono emolumenti dal quasi un anno.
Si sprecano le considerazioni accessorie.
Il mercato si ferma a causa della capacità di acquisto ridotta, aumenta la morosità sui tributi, e quindi la capacità degli stessi Enti a produrre servizi cittadini.
È il cane che si morde la coda in un perverso giro dove il benessere è appannaggio di pochi.
Ma chi sono i lavoratori del III settore?
Si tratta di lavoratori dalla formazione specialistica e oserei dire piuttosto elevata nel settore dell’ assistenza e della riabilitazione che svolgono all’interno di contratti di lavoro, quasi sempre penalizzanti rispetto ai loro omologhi pubblici, servizi verso la popolazione più debole.
Intendo i disabili mentali, che assurgono agli onori della cultura nel momento in cui si celebra una ricorrenza, per poi finire nell’oblio multiplo, gli anziani, i disabili, che lottano tutti i giorni per trovare un varco sul marciapiede ostruito da addobbi di vario tipo, gli immigrati verso i quali utilizziamo il termine integrazione come se provenissero da un altro pianeta.
A queste cosiddette fasce deboli è attuale aggiungere gli operatori sociali del III settore, considerata la povertà d’innesto che in atto è elemento oggettivo e purtroppo significativo.
Entrando nel vivo della questio non si può dare per fisiologico il ritardo dei pagamenti delle forniture.
Gli operatori sanno che i pagamenti devono essere onorati al sessantesimo giorno, nelle more del recepimento della direttiva europea, tra qualche mese, che contrarrà tale termine a trenta giorni.
Leggi inascoltate da appendici dello stesso Stato che dovrebbe pretenderne il rispetto.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Quotidiane proteste, motivazione sotto cumuli di problematiche di carattere economico, abitudine.
Esattamente abitudine, perché la cosa peggiore in questo perverso stato di cose è esattamente quella di dare per fisiologico ciò che invece è patologico.
Allora stancamente tendo a concludere questo annoso e frustrante ragionamento con un appello alla cosiddetta società civile.
Non permettiamo che nel nostro contesto scompaia il socio sanitario, orgoglio della nostra Provincia sin dai rivoluzionari anni settanta e soprattutto affianchiamo partecipi i lavoratori nelle quotidiane lotte per i diritti sociali, i propri e quelli altrui.
Soltanto fornendo la giusta importanza ad un settore si potranno orientare le scelte politiche future verso un reale stato di diritto.
A tutti, per quanto possibile, Buon Natale.

Mario Alberti, nelle vesti, in questo caso, di Presidente cooperativa Rinascita e Forum del III settore Area Grecanica

lunedì 10 ottobre 2011

Primo laboratorio d'idee presso il Centro Rempicci







Il Forum incontra i cittadini e le Istituzioni presso il Centro Valerio Rempicci di Condofuri.
In data 7 ottobre 2011, alla presenza di una vasta platee composta da cittadini, attori sociali e per la verità poche istituzioni locali il Forum ha attivato il primo laboratorio di idee avente come tematica le politiche dal Welfare, le problematiche e le possibili soluzioni.
L’incontro è stato condotto ed animato da Mario Alberti e Filippo Paino.
Partendo dalla certezza che i diritti non sono favori, e come tali dovrebbero appartenere al sistema delle certezze e non delle concessioni, il Forum ha lanciato come strumento di risoluzione la partecipazione popolare ai processi di cambiamento.
In questa occasione ben dodici persone, tra le quali alcuni cittadini utenti dei servizi, le poche istituzioni presenti, rappresentate dal Sindaco di Bagaladi Curatola, dall’Assessore alle politiche Sociali del Comune di San Lorenzo, Caterina Iacopino e dal presiedente del consiglio dello stesso Comune, Cannizzaro, da numerosi attori sociali come Giuseppe Toscano, dell’Associazione Pro Pentedattilo, Pellicanò, Fossatesi nel Mondo, Mangiola, Laurentianum, Catanoso, associazioni contro il Carbone e tanti altri.
Di rilevo gli interventi di alcuni cittadini utenti, che rivendicano ampiamente il diritto di essere ascoltati nelle loro istanze dagli enti preposti.
Un coro si è levato contro l’atto aziendale dell’ASP n. 5 che penalizzando il nosocomio di Melito, rende problematica la risposta ai bisogni sanitari del territorio Grecanica, già penalizzato dalla chiusura del punto nascite.
Particolare preoccupazione deriva dall’incertezza rispetto ai servizi psichiatrici non citati dell’Atto aziendale.
Ma l’incontro, oltre a mettere in evidenza le problematiche ha voluto intraprendere una strada diversa, ovvero quella del laboratorio d’idee. E di idee ne sono venute fuori tante.
In momenti di crisi economica occorre scegliere i servizi in luogo di occasioni importanti ma non primarie. Il ridurre le festività per finanziare dei servizi alla presone il Forum è convinto si possa fare, e soprattutto il cittadino si educherebbe a valori come la solidarietà e la legalità che spesso rimangono sullo sfondo di rapporti sociali.
Alberti ritiene che solo attraverso la partecipazione popolare si possa raggiungere un ottimale sistema di welfare, tramite la formazione e l’informazione. Peraltro forte è stato il richiamo alla Carta Costituzionale che sancisce principi fondamentali come la sussidiarietà che prevede al partecipazione attiva dei cittadini.
Alberti riassumendo anche altri interventi propone che il Forum diventi l’interfaccia per il confronto rispetto alle Istituzioni, compresa la conferenza dei Sindaci e l’ASP. Di fatto il Forum ritiene di aver avuto un ruolo non secondario nell’istituzione dell’Ufficio del Piano di Zona del Distretto 4, stimolato da tempo.
Quindi legalità come rispetto delle regole e dei diritti, partecipazione e soprattutto scelte concrete vengono indicate come via prioritaria per l’affermazione di un welfare nel nostro territorio. A breve saranno attivati i laboratori d’idee presso ogni singolo comune.