giovedì 23 maggio 2013

Per non dimenticare ( non solo oggi)



i giorni delle commemorazioni spesso sono anche i giorni dell’Ipocrisia, con la lettera maiuscola.
E mi riferisco, senza indugi, al ricordo della indegna strage di mafia che ebbe luogo a Capaci, un ventennio fa.
Francamente provo disagio quando l’enfasi sostituisce la sostanza, quando si pensa di aver sconfitto la mafia sventolando striscioni o facendo fare al primo della classe domande preconfezionate al Magistrato od al Comandante dei Carabinieri.
Di meritorio c’è sicuramente l’avvicinamento tra i ragazzi e le forze dell’ordine, in alcuni contesti non considerate per quello che valgono e meritano.
Ma ciò che mi preoccupa è il domani, inteso come quotidiano difficile in quanto abitudine e semplicità.
Il quotidiano lontano dai riflettori, dai convegni, dalle manifestazioni.
Il quotidiano dove il lavoro che non c’è o che si perde ti porta dritto in mano alle cosche, dove per farti una visita devi farti raccomandare. 
Dove per avere un diritto devi chiedere un favore.
Il quotidiano dove il politico che tu hai votato perché te lo ha chiesto il cugino del compare di tuo cognato, e ti sembra brutto dire no, dilapida in una legislatura quello che servirebbe ad una azienda con la saracinesca mezza chiusa per sopravvivere a dispetto della crisi.
E per dare dignità ai chi ci lavora.
Giorni uguali agli altri dove la mafia è vista lontana, dall’uomo della strada, perché talmente pervasiva da non accorgersene.
Ed è proprio quello il terreno di lotta. 
Il difficile quotidiano dove le istituzioni non si sentono se non per "ottimizzare" questo servizio piuttosto che quell'altro, che significa tagli ai diritti ed alle opportunità.
Un quotidiano dove i commissariamenti non sono “ l’inizio della luce” ( cit. ) piuttosto un limbo di interlocuzione democratica che serve al cittadino per perdere la fiducia nelle Istituzioni, ed al puparo per allenare il pupo, in vista delle prossime elezioni. 
Tutto cambia perchè nulla cambi.
Ben vengano i convegni, le gerbere e le commemorazioni, ma da sole fanno il gioco della mafia, che non ha bisogno di consenso per dominare, piuttosto che di paura e solitudine.
Per non dimenticare Falcone, Borsellino e tutti gli altri eroi dello Stato, quello vero, dobbiamo pensare al domani normale e quotidiano piuttosto che all’oggi rutilante di enfasi. 
E dobbiamo farlo tutti i giorni.

martedì 14 maggio 2013

IL PIANETA DEI BRADIPI....



E' un simpatico animaletto dalle sembianze gradevoli, che emana una sensazione di morbidezza e docilità. 
Ma in metafora intendo altro.
Il bradipo è un animale lento, non riflessivo, ma lento costituzionalmente.
E mi viene da pensare al funzionario pubblico che ti risponde …..domani vediamo….
Oppure all’impiegata sottoposta che, mentre chiedi che fine ha fatto la tua pratica, ti comunica che …..è alla firma.
E quindi, tu piccolo cittadino, ti chiedi quanto ci vuole per apporre una firma…
pochi secondi che in burocratese si trasformano in lunghi giorni.
E nel frattempo la vita scorre. 
Ed i diritti pure.
Nel pianeta dei bradipi.

PS. Mi scusino i simpatici e morbidi mammiferi….
non me ne vogliano.
E se decidessero una ritorsione, so che mi daranno il tempo di scappare.

martedì 7 maggio 2013

Il laboratorio d'idee è laboratorio di speranza!



il termine è francamente inflazionato, ed evoca un momento partecipativo dove tutti sono spinti a fornire il proprio contributo in merito all’argomento.
Ecco, il bello è che il “nostro laboratorio non ha argomento!
L’argomento viene scelto dai partecipanti, e tutto rimanda alla necessità di riflettere sulle attuali condizioni “vitali” del nostro contesto, dove si vive schiacciati da uno Stato che commissaria ed una Mafia che opprime.
Nel mezzo ci sono i cittadini, che sovente, per cultura e spesso per opportunità non si schierano e lasciano scorrere, in attesa del momento.
Quindi la parola d’ordine è partecipazione! I modi si fanno contenuto ed il popolo, altro termine desueto che preoccupa un pò i conservatori, diventa protagonista.
Magari dando significato al voto, senza esprimerlo per “amicizia e parentela”. All’ambiente, che è la salute di tutti noi, alla salute, che è un diritto di tutti e non di chi “conosce in Ospedale”, al lavoro, che rende liberi, ed a quant’altro sul quale si desideri dibattere.

“Ci” attendiamo tutti il 10 maggio, alle 18.30, in piazza Paese Vecchio, dove tutto, in altri tempi, è cominciato.

sabato 4 maggio 2013

Vecchia Piccola Borghesia.....



Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia
non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.
Sei contenta se un ladro muore o se si arresta una puttana
se la parrocchia del Sacro Cuore acquista una nuova campana.
Sei soddisfatta dei danni altrui ti tieni stretta i denari tuoi
assillata dal gran tormento che un giorno se li riprenda il vento.
E la domenica vestita a festa con i capi famiglia in testa
ti raduni nelle tue Chiese in ogni città, in ogni paese.
Presti ascolto all'omelia rinunciando all'osteria
così grigia così per bene, ti porti a spasso le tue catene. ( Claudio Lolli)
Grazie a Claudio Lolli, cantautore dello scorso secolo per impegno e contenuti, riesco a dare l’incipit a questa mia mattutina riflessione. 
Dov’eri, vecchia piccola borghesia melitese, alla quale molti appartengono ed altrettanto vorrebbero far parte, quando ogni giorno tagliavano, gli stessi rassicuranti politici che hai mandato al potere, un pezzo di Ospedale?
Eri a raccomandarti con il tuo amico medico, per superare le file dei poveracci provenienti dalla cosiddetta Area Grecanica pieni di fardelli e speranze!
Eri a festeggiare il Sindaco appena eletto salvo poi rinnegarlo quando è nella polvere!
Eri alle riunioni perbeniste dove il problema va parlato ma non va affrontato!
Eri ad insegnare il disimpegno agli stessi giovani che critichi!
Eri a pregare Dio sperando che non risponda!
Comunque non c’eri ad assumerti la responsabilità di uno sfascio sotto tutti i versanti della vita pubblica.
E sai che ti dico?
Meglio così.
E adesso che fai, vecchia piccola borghesia melitese, prepari già la futura classe dirigente, i pupi che il puparo dirigerà senza problemi, i professionisti dal disimpegno che “ogni famiglia” deve avere al potere per “un riferimento”….
O ancora è troppo presto, meglio pensarci dopo, nel frattempo che crescono i tuoi figli in riva al Cristal o sulle miniauto da migliaia di euro.
Ciao vecchia piccola borghesia, non mi hai avuto fin ora e non mi avrai mai.
Dall’alto del fallimento ti saluto con sdegno. 


E ti chiedo scusa se a simbolo di questa mia amara riflessione uso la foto dei rifiuti che ci stanno soffocando. 
E' la metafora del perbenismo, la spazzatura. Nei rifiuti che produciamo tutti siamo uguali!!

giovedì 2 maggio 2013

Forse il vecchio prese il bambino per mano, ma certamente non raccontò la propria storia.




L’avesse fatto sarebbe stato tutto diverso.
Se avesse raccontato, senza moralizzare, le storie d’amore, l’amore avrebbe più valore.
Se avesse raccontato il valore del denaro, il denaro avrebbe più valore, nelle tasche giovanili.
Se avesse raccontato l’impegno per la libertà, per i più deboli, per la propria Patria, la parola impegno avrebbe un peso quasi sacro nella vita di ognuno.
Se avesse raccontato il vero significato della parola politica, che è l’arte più nobile che esiste per servire il prossimo, allora la politica tornerebbe ad essere l’arte nobile di servire il prossimo, che non è la propria famiglia da sistemare, o il proprio entourage da ricambiare.
E soprattutto se avesse raccontato della ndrangheta, infame e serva dei padroni, che spara sui contadini e si arricchisce sulla pelle dei più deboli, creando debolezza e paura, schiacciando il popolo sul selciato, allora la parola ndrangheta avrebbe il segno dell’infamia e non della timorosa ammirazione.
Adesso, giovani, nulla è perso e quindi andremo insieme incontro alla sera”, e mentre andiamo, raccontiamo……

venerdì 10 maggio, ore 18.30, piazza paese vecchio, Melito, laboratorio d’idee “DIRITTI, SVILUPPO E LEGALITA’ NELL’AREA GRECANICA. Primo racconto