martedì 22 luglio 2014

la prima volta ( ricordo in una notte di mezza estate)



La prima volta che vidi la morte fu a tredici anni. Prima di allora soltanto in Tv, dove l’epoca casta non permetteva mai di andare oltre un rantolo ed un sereno addormentamento. 
Complice la serata estiva, i ricordi vanno e vengono. 
E la scrittura, sorella e madre, li fissa, li inchioda sul foglio. 
L'amico, un ragazzone grande e grosso, ne aveva quindici. Solo due più di me, ma sembravano di più. Alto, grosso, gentile e protettivo.
Amava le moto e ne possedeva una, da cross, che spruzzava olio e rumorosa potenza ad ogni colpo di manetta.
I ricordi alla fine sono storie. Non sai dove finisce la memoria e dove inizia la fantasia.
Fu una notte passata in bianco, con le famiglie disperate ad attendere i due centauri.
Andarono in montagna, i due amici più grandi, a sfidare le ripide e tortuose curve. 
Due incredibili giovani falene attirate dalla luce.
Ne tornò uno solo. L'amico grande e grosso, non tornò mai più. Era il 1974, d'estate, come adesso, forse luglio, forse no.
Ricordo le urla della famiglia, il pianto del superstite, la mia incredulità.
Fu duro il giorno dopo, quando l’estate perse d’interesse.
Il gelsomino perse, l’estate del 74, il suo profumo.
La cosa difficile, ma veramente difficile, fu capire che il ragazzone grande e grosso non sarebbe più tornato, non avrebbe più messo la sua grande mano sulla mia insicura spalla per farmi sentire la sua protezione, utile a tredici anni. 
Per giorni mi chiesi a cosa pensò, l'amico perso, mentre cadeva nel dirupo, in quello spazio di tempo infinito ma breve che separa la dolce routine della vita dall'incognita della morte. 
Ma cos'era, dunque, la morte?
Spostarsi in un altro luogo, in un’altra dimensione, in Paradiso, all’Inferno?
Non lo seppi, allora, e non lo so, adesso. Lo saprò, forse, domani.
Ogni tanto passeggio, da solo, per la città dei Morti. E lì rivedo volti, storie, amici, conoscenti, parenti.
Ed avverto una sensazione sempre crescente di solitudine, di abbandono, ma nello stesso tempo mi sento parte di una storia più grande.
Ed attendo, paziente, in una serata di mezza estate, come allora….