giovedì 30 ottobre 2008

LA FORBICE

Non vi nascondo di aver pensato di pubblicare il mio estratto conto on – line, per mettere in evidenza la situazione economica che in me, ed immagino in tantissimi colleghi dipendenti della cooperazione sociale, si è venuta a creare.
Il problema è sempre il solito, ovvero i ritardi nei pagamenti che l’ASP ha accumulato e che adesso si avvicinano ai quattro mesi.
Forse l’ultimo barlume di pudore o riservatezza, o forse speranza che da profondo rosso, in breve tempo si passi al rosso meno intenso,mi ha frenato.
Ma di fatto niente fa sperare che il colore diventi blu attivo!
Ecco i "nuovi poveri"!
Quando si parla di difficoltà economica, l’attualità ci impone di visualizzare la forbice più ampia che dal povero costituzionalmente riconosciuto, con reddito assente, va al ricco sempre più ricco.
Nel mezzo ci siamo noi, portatori di buon reddito virtuale, che in tempi meno pericolosi, non più di due anni fa, abbiamo contratto mutui, rate per l’auto nuova che ci permetta di prevedere un incidente avvolti dagli air – bag, palestre e lezioni di piano ed altre agiatezze.
Agiatezze, non lussi.
Agiatezze derivate da duro lavoro, intriso di responsabilità ed impegno, che adesso un portatore di reddito virtuale, se questo non diviene reale, come le rate ed i fidi bancari, non potrà più avere.
Adesso oscilliamo pericolosamente all’interno di questa forbice dal sapore di mannaia.
Ai lettori, qualora ce ne fossero, per dovuta conoscenza.

il reddito virtuale

il reddito virtuale è l’introito che si possiede “sulla carta”, ma che non viene corrisposto mensilmente.
ma come si nutre un soggetto che appartiene a questa categoria?
Fa la spesa, come tutti, ma in modo diverso. Intanto non guarda più se il contenuto dell’alimento è conforme con i migliori dettami nutrizionisti, bensì se il peso si incrocia bene con il costo.
Alla fine si diventa matematici.
Noi portatori di reddito virtuale, alla cassa, dobbiamo pagar in euro. Via dalla mente che possiamo pagare virtuale!
Ad allora …ok il prezzo e giusto!!!
Conti, aggravati dai centesimi, previsioni, bilanci preventivi nel carrello della spesa, prodotti in offerta che se scadono domani…pazienza…li mangiamo tutti oggi e facciamo riserva.
come si veste un portatore di reddito virtuale? Ovviamente non ci si può vestire in maniera virtuale. Ed allora si indossa il capo dei bei tempi, magari un pò fuori moda...ma tanto tornerà in auge, tarme permettendo.
E se non vai a Messa, sei anche facilitato. Oltre tutto il resto, non devi neanche prevedere l'abito buono della festa.
E la benzina dell’auto? Sarà vero che a settanta all’ora fa venti con un litro. Ed allora code interminabili dietro di noi, in statale, ma non per tutti.
Le auto blu, cariche di generali, colonnelli, politici, amministratori, sfuggenti e lampeggianti come i loro passeggeri, ci sorpassano snobbandoci.
E nella loro scia sfuggono anche i ricordi di un tempo migliore.

lunedì 20 ottobre 2008

DAGLI AMICI DI NUOVI ORIZZONTI

Spett.le Cooperativa RINASCITA ONLUS

OGGETTO: solidarietà agli operatori per ritardi nel pagamento dei corrispettivi per servizi resi

Il Circolo Culturale Nuovi Orizzonti esprime piena solidarietà agli operatori che manifestano il loro disagio.
Operatori che con spirito di sacrificio, abnegazione e competenza, una competenza sviluppata nei venti anni di attività, almeno per quanto riguarda Rinascita, forniscono dei servizi di straordinaria rilevanza sociale ed umana.
Una missione la loro, che definiremmo “eroica” se non fosse che essi non sono eroi, ma semplici persone, che lavorano onestamente in un settore molto delicato qual è l’assistenza sociale.
E come persone, come individui, oggi loro chiedono che venga loro “giustamente” corrisposto quanto gli è dovuto. E quanto gli è dovuto se lo sono sudato e se lo meritano, perché le loro famiglie hanno scadenze, hanno spese, hanno il diritto di vivere serenamente e senza fiati sul collo.
E’ necessario però, in questo momento, fare una riflessione più generale che riguarda la causa dei problemi per i quali ci troviamo qui oggi.
Bisogna convenire che il momento “storico” è particolare nel nostro Paese ed e lo è ancor di più dalle nostre parti; negli anni, il munifico settore della Sanità è stato trattato sempre, da venti di destra e di sinistra in maniera generalizzata, come una mucca da mungere. Le figure apicali delle ASL venivano nominate e sollevate dall’incarico in un batter d’occhi senza neanche avere il tempo di prendere contezza delle questioni più urgenti.
Si ha l’impressione che questo walzer dei direttori generali sia stato artatamente messo in scena, perché non andavano alzati alcuni coperchi…e intanto si spendeva, si spendeva…e si è arrivati alla saturazione ed al collasso finanziario; strapagato ed improduttivo è stato ed è quel sottobosco che gira attorno alle figure apicali. Sottobosco in cui non si capisce bene chi faccia cosa, quali siano le mansioni e di chi siano le responsabilità; si sa solo che stipendi e rimborsi, a fine mese vengono regolarmente versati.
E chi sta sul campo? Quelli come voi che danno risposte quotidiane ai bisogni? Chi come voi ha attivato intorno a sé un indotto di tutto riguardo, chi ha costruito una realtà positiva in un territorio in cui l’iniziativa privata è stata quasi sempre sterile ed inconcludente, perché deve aspettare e protestare per vedere ripagati i propri sacrifici?
Siamo convinti che si debba operare una “rivoluzione” nella gestione della cosa pubblica in generale e nella Sanità in particolare; troppi interessi, troppi soldi stanno girando (fino a quando non verrà varato il Federalismo, perché quello toglierà molti soldi…e verranno quindi aboliti parecchi servizi alla persona).
La speranza è che i tagli avvengano laddove servono: nei super stipendi dirigenziali, negli affitti dei locali, nelle convenzioni con l’ospedalità privata in tutte queste attività che di “assistenza” hanno ben poco. E che si investa di contro nella Sanità territoriale, nelle strutture ospedaliere e soprattutto nei servizi alla persona.
Il Circolo Culturale Nuovi Orizzonti è al vostro fianco e lo sarà nelle iniziative che deciderete di attivare poiché sappiamo dello straordinario lavoro che il terzo settore compie in un difficile contesto sociale e con quanto amore e competenza lo faccia.
IL DIRETTIVO

venerdì 17 ottobre 2008

incontro del prossimo lunedì 20 ottobre 2008

Come dipendenti del settore della cooperazione sociale ci siamo stancati di attendere le fumate di vario colore che si susseguono dai Palazzi del Potere. Ci troviamo di fronte alla reale impossibilità di poter vivere il quotidiano, onorare le pendenze finanziarie in essere, immaginare un futuro sereno per le nostre famiglie.
Alle prestazioni rese con puntualità e professionalità a tutt’oggi non corrisponde una puntuale rimessa da parte dell’Azienda Sanitaria, in arretrato di oltre tre mesi. Questo, oltre ad incidere sulle personale tranquillità di ogni dipendente o collaboratore, rende difficile ipotizzare, per il settore, spazi d’innovazione ed aperture verso nuovi ambiti e servizi.
Un servizio alla persona invece deve necessariamente nutrirsi di progettazione, crescita ed evoluzione, oltre che di stabilizzazione dell’esistente, la cui efficacia è indiscutibile e visibile anche dal cittadino medio.
Il settore socio – sanitario è un lampante esempio di quanto affermato, visto la naturale mutazione della società e dei suoi bisogni, le nuove emergenze ( dipendenze , psichiatria adolescenziale…), l’innesto del disagio derivato da contrazione o sospensione del reddito anche per il ceto medio.
Purtroppo i dipendenti della cooperazione, permanendo questo stato di cose presso la nostra ASP, rischiano di trovarsi da qui a poco, per chi non lo fosse già, in quest’ultima condizione.
Adesso la sensazione di avvicinarci al fondo è concreta.
Lunedì prossimo, 20 ottobre, alle 18.00, a Melito di Porto Salvo, presso la Sala consiliare del Comune messa a disposizione dall’Amministrazione, i dipendenti della cooperazione si incontreranno per stabilire ulteriori forme di esposizione della problematica.
Si chiede ampia visibilità alla presente intesa come indicatore di un già allarme sociale, che le Istituzioni, per la portata che sta raggiungendo, non possono e non devono più ignorare.

domenica 12 ottobre 2008

E se domani….

Tutte le cooperative sociali, l’Ospedalità privata, la diagnostica accreditata, i servizi sociali resi in convenzione, insomma tutte queste tipologie di servizi…..impossibilitate a pagare i dipendenti pur vantando crediti sufficienti per viver dignitosamente e continuare il servizio reso, chiudessero battenti, cosa accadrebbe nel nostro martoriato reggino?
Non ci vuole la palla di vetro per intravedere una serie infinita di posti di lavoro, penso almeno 1000, nutrire di nuova linfa la belva del disagio sociale.
Intorno a questi sfortunati cittadini esiste un mercato che si vedrebbe quantomeno contrarre i ricavi, dovuti all’assenza del potere d’acquisto. E se queste aziende chiudessero i battenti anche loro?
O nella “migliore” dell’ipotesi riducessero il personale? ( dietro ogni “riduzione” c’è sempre il dramma di un essere umano e della sua famiglia)
E l’utenza, vogliamo provare ad intravederla nella nostra famosa palla di vetro? Anzi, lasciamo stare la palla di vetro e guardiamoci attorno settore per settore.
File interminabili, intasamento dei servizi pubblici già congestionati di suo a causa dall’assenza del sillogismo produco - guadagno che invece alberga nei servizi privati, che per esistere devono necessariamente fornire standard elevati all’utenza.
I tre mesi canonici da CUP diventerebbero tre anni!
Ed il settore psichiatrico e della riabilitazione? Pensiamo alla chiusura dei servizi, con dimissione e relativa diaspora dei pazienti verso altri luoghi, generalmente fuori sede.
Vige in Calabria la gestione combinata dei servizi psichiatrici, che prevede l’aspetto riabilitativo affidato al terzo settore.
Se questo scomparisse, che servizio sarà reso ad una utenza “speciale” che non vive di solo pane e cure, ma anche di attività finalizzate alla socializzazione, alle abilità personali ed alla qualità della vita che per centinaia di anni gli è stata inibita?
E la riabilitazione, specie quella intensiva, magari rivolta a bambini in età pediatrica? A quali attese verrebbe sottoposta? Quanta disabilità non troverebbe risposta se non fuori sede, con ulteriori spese per la nostra Regione?
Qui si brucia il presente di tanti lavoratori, ed futuro di molti giovani costretti, guardandosi attorno, a scappare o a colludere.
Così combattiamo la mafia ed il malaffare? Così risaniamo lo sfascio? Producendone altro di portata cosmica. Una seria programmazione deve partire dalle eccellenza che si possiedono e non penalizzare le “voci deboli” del settore che per contro effettuano forse i servizi più qualificati ed efficaci.
e se domani fosse già oggi?

mercoledì 8 ottobre 2008

ALL' OVEST NIENTE DI NUOVO

neanche all'Est.
A tutt'oggi non arrivano dall'ASP 5 notizie confortanti sul versante del pagamento delle rimesse dovute agli Enti accreditati per prestazioni fornite. Tutt'altro.
Recenti notizie affermano che non si prevede alcuno sblocco per mancanza di fondi.
I servizi però sono resi con puntualità ed efficenza.
E' giunto il momento di scendere in piazza affinchè il "caso ASP 5" non diventi il solito dramma tra le mura di casa.

credo e quindi insegno...

leggo da Repubblica e pubblico un estratto:

"BRUXELLES - In Italia per diventare insegnante di religione, anche in una scuola pubblica, bisogna ottenere il via libera del vescovo. Una prassi in vigore dai Patti lateranensi del 1929 ma entrata in collisione con le regole europee che vietano qualsiasi forma di discriminazione in ragione del credo religioso di un lavoratore. E per vederci chiaro Bruxelles ha aperto un dossier e inviato una richiesta di informazioni al governo Berlusconi.
Il caso nasce da una denuncia alla Commissione europea promossa dal deputato radicale Maurizio Turco, dall'avvocato Alessandro Nucara e dal fiscalista Carlo Pontesilli. Le accuse del pool radicale sono molto precise e si fondano sulle regole cardine dell'Unione europea. Afferma infatti la direttiva comunitaria del 2000 contro la discriminazione che un lavoratore non può essere discriminato per ragioni "fondate sulla religione".
Ma c'è di più, visto che la parità di trattamento a prescindere dalla confessione è garantita anche dalla Dichiarazione universale dell'Onu, richiamata dal Trattato di Maastricht, e dalla Convenzione europea sui diritti dell'uomo. E, a quanto sembra, la regola in vigore da ottant'anni e confermata nel 1985 in seguito al rinnovo dei Patti firmato da Bettino Craxi va in un'altra direzione.
L'avallo vescovile, è la tesi radicale, rappresenta infatti una violazione delle regole comunitarie."

Quindi per insegnare religione, e non catechizzare, bisogna trovarsi nelle grazie del Vescovo.
Sarà difficile per un ateo esserci.
Quindi è una palese discriminazione che ci pone sempre più ai margini dell'Europa modernista.
Queste norme, come il mancato riconoscimento delle unioni di fatto o i vincoli alla procreazione assistita, mi pongono un dubbio:
cos'è il Vaticano, quello statarello nel cuore di Roma capitale o quello stato sovrano potente e conservatore con attorno un feudo a forma di stivale?

venerdì 3 ottobre 2008

il primo passo...

stasera, 3 ottobre, i dipendenti della cooperativa Rinascita Alberti, Romeo, Esposito, Laganà e Sgro hanno indetto una conferenza stampa, presenti i corrispondenti di Strill, L'Ora di Calabria, Il Quotidiano e la Gazzetta del Sud, per denunciare i gravi ritardi dell'ASP nel pagamento delle rette dovute per le prestazioni relative alle Strutture Psichiatriche.
Domenica su questi quotidiani sarà visibile l'articolo.

mercoledì 1 ottobre 2008

NON C'E' NIENTE PER LA GATTA

NON C'E' NIENTE PER LA GATTA.
RICEVO LA NOTIZIA CHE L'ASP AFFERMA DI NON AVERE I SOLDI PER PAGARE I DIPENDENTI DELLE COOPERATIVE IN REGIME DI CONVENZIONE.
STA SCOCCANDO IL TERZO MESE.
L'ASSURDO E' DATO DAL CONTRALTARE IN TERMINI DI OCCUPAZIONE CHE QUESTA AZIENDE FORNISCONO AL TERRITORIO.
LA MIA AZIENDA OCCUPA 64 DIPENDENTI E 20 COLLABORATORI, PER UN TOTALE DI 84 PERSONE.
HO RAGIONE DI RITENERE CHE ALTRE CINQUE COOPERATIVE SOCIALI,OPERANTI COME NOI, CON UNA MEDIA DI 40 DIPENDENTI, PORTA IL NUMERO DEGLI OCCUPATI A QUASI TRECENTO PERSONE.
CHE NON E'POCO.
E QUINDI, DI QUESTA GENTE CHE NE VOGLIAMO FARE? TUTTI SOTTO UN PONTE, MAGARI CI FOSSERO!
NUOVI CLOCHARD? ASPIRANTI DEVIANTI! CARNE PER NDRINE?
QUESTO, CARO GENERALE, SE GUARDA CON ATTENZIONE, C'E' DIETRO LA COLLINA!

oggi e non domani vogliamo il pane quotidiano!

ancora dobbiamo assistere all'annoso problema dei ritardi dell'emissione delle fatture, da parte dell'ASP 5, relative alle prestazioni svolte dal terzo settore in sanità.
Questa ingiustificata situazione porta un ammontare di competenze arretrate, dovute a mancata emissione dei compensi, per le prestazioni di pubblica utilità effettuate,pari a circa tre mesi, quindi tre stipendi.
Non si salva così la Sanità calabrese!
Non si salva sulla pelle di chi, con costi pari ad un quarto rispetto al servizio esclusivamente pubblico,effettua servizi di qualità estrema ( basta leggere i quotidiani) vivendo in situazioni economiche precarie e, in molti casi, disastrose.
Gli stessi ritardi non avvengono per i super - manager che da decenni si avvicendano presso l'ASP, con deboli risultati.
A questa problematica si aggiunge il mancato riconoscimento, da parte dell'Azienda del lavoro svolto, e quindi la richiesta di requisiti per essere accreditati che sarebbe opportuno che vengano chiesti ad altri servizi, magari pubblici.
Che fare?
Certamente continuare a fornire ed elevare sempre più il livello delle prestazioni, perchè l'utenza, spesso anello debole, non c'entra nulla, e va preservata.
Negoziare ma nello stesso tempo rivendicare i propri diritti.
Altro che Repubblica fondata sul lavoro.
E ricordare ai nostri "signori e padroni" di darci oggi, e non domani, il nostro pane quotidiano.