vorrei riflettere sulla vecchiaia..
non ritengo ancora si avvicini, ma siamo sulla buona strada. Le articolazioni te lo ricordano ogni mattina, qualdo ti alzi più strisciando che saltando! Vorrei riflettere sulla qualità di vita dei "vecchi" alla luce di servizi evanescenti e città non a misura, quindi incivili.
Ma decido, adesso, di cedere la riflessione a Sandor Marai, dal romanzo "le Braci"....
dopo, in questi giorni, man mano che invecchio, ci tornerò.
Ho compreso tutto. Che cosa vuoi che ti
dica?…si invecchia un po’ alla volta: in un primo momento si attenua la voglia
di vivere e di vedere i nostri simili. A poco a poco prevale il senso della
realtà, ti si chiarisce il significato delle cose, ti sembra che gli eventi si
ripetano in maniera fastidiosa e monotona. Anche questo è un segno di
vecchiaia. Quando ormai ti rendi conto che un bicchiere non è altro che un
bicchiere e che gli uomini, qualunque cosa facciano, sono solo creature
mortali. Poi invecchia il tuo corpo: non tutto in una volta, certo, invecchiano
per primi gli occhi, oppure le gambe, lo stomaco, il cuore. Si invecchia così,
un pezzo dopo l’altro. Poi a un tratto invecchia la tua anima: anche se il
corpo è effimero e mortale, l’anima è ancora mossa da desideri e ricordi e
cerca ancora la gioia. E quando scompare anche questo anelito alla gioia,
restano solo i ricordi e la vanità di tutte le cose; a
questo stadio si è irrimediabilmente vecchi. Un giorno ti svegli e non sai più
perchè ti sei svegliato. Conosci già esattamente quello che il giorno
presenterà alla tua vista: la primavera o l’inverno, gli scenari abituali, le
condizioni atmosferiche, l’ordine dei fatti. Nulla di sorprendente può ormai
accadere: non ti sorprendono più neanche gli eventi inattesi, insoliti o
raccappriccianti, perchè conosci tutte le probabilità, hai previsto già tutto e
non ti aspetti più nulla, nè in bene nè in male… e questa è la vera vecchiaia.
Eppure qualcosa è ancora vivo nel cuore, un ricordo, una qualche speranza vaga
e nebulosa, c’è qualcosa che vorresti ancora dire o apprendere. Un giorno, lo
sai bene, quel momento arriverà e allora, tutt’a un tratto, apprendere e
affrontare la verità non ti sembrerà più tremendamente importante come avevi
supposto durante i decenni di attesa. L’uomo comprende il mondo un po’ alla
volta e poi muore. Scopre le cause nascoste dei fenomeni e delle azioni umane.
Il linguaggio simbolico dell’inconscio…perchè gli uomini ricorrono a un
linguaggio simbolico per comunicare i loro pensieri, te ne sei accorto?…Gli
uomini non sanno nulla di se stessi. Parlano sempre dei loro desideri e
camuffano ostinatamente i loro pensieri più segreti. Se impari a riconoscere le
menzogne degli uomini, noterai che essi dicono sempre cose diverse da ciò che
pensano e vogliono davvero. Allora la vita si fa quasi divertente. Poi un
giorno arrivi a comprendere la verità: vuol dire che sono arrivate la vecchiaia
e la morte. Ma a quel punto non si prova più dolore.
ho scelto la foto della casa a Palizzi marina, dove tutto è cominciato...
Nessun commento:
Posta un commento