giovedì 26 novembre 2009

Lo Stato, la Mafia e i figli scomodi.

Apprendiamo l’ennesima sconfitta dello Stato.
Un detenuto, Antonino Iamonte, muore in carcere a Palermo.
Accusava dolori sospetti. Non era mal di stomaco, come pensato, forse superficialmente.
Il suo cuore si sarebbe fermato il giorno dopo.
Adesso è partita la macchina della Giustizia.
Perizie e valutazioni.
Anni ed anni di carte e dolori. Vediamo dove arriverà, questa macchina macchinosa.
E soprattutto quando.
È vergognoso che il livello di protezione sanitaria nelle carceri sia così basso.
Pone dei dubbi e delle domande forse irriverenti ma spontanee.
Perché accade tutto questo?
Il sovraffollamento delle carceri è senz’altro un elemento di difficoltà che dovrebbe essere affrontato non certamente costruendo carceri nuove, ma pensando misure alternative alla pena.
L’affido ai Servizi Sociali per far conoscere contesti ambientali diversi da quelli che spesso portano a delinquere potrebbe essere una valida alternativa.
La Mafia è una piovra.
Attenzione a non farsi stritolare dal messaggio di bestialità che da essa proviene.
Ci abbrutisce tutti se perdiamo di vista la guida forte, che è la Giustizia, espressa attraverso il rispetto dei diritti e delle regole.
Per tutti i figli, anche quelli scomodi.
Quelli che - sarebbe meglio se non ci fossero mai stati – danno solo problemi.
Emerge una problematica educativa, di modelli, di accoglienza e di alternative che spesso, per chi è cresciuto in certi contesti, non vengono neanche proposte.
Non è garantismo ma la realtà delle cose.
Da ciò si deve ripartire.

domenica 15 novembre 2009

Cucchi...vergogna di Stato!

Non voglio dilungarmi su quanto accaduto al povero Stefano Cucchi, c’è un’indagine in corso che pare abbastanza avanzata.
La parte buona dello Stato che prende le redini. Almeno nella fase istruttoria. Poi vedremo al termine delle indagini cosa accadrà.
Speriamo si faccia la cosa giusta.
I fatti sono cosa nota.
Il pestaggio, l’incuria, intesa come mancanza di cure, presso la struttura sanitaria, la morte in croce.
Si..queste sono le reali morti in croce che oggi, Domenica, vorrei sentire dai pulpiti delle Chiese.
Ma vorrei riagganciarmi a quanto ragionato venerdì 13 ottobre 2009, durante la puntata di Tandem ( www.melitotv,.it) dal tema “Pedagogia e Legalità”.
Quando ad essere incongruente è lo stesso Stato che “chiama a sé” la legalità.
E qui si aprono finestre inquietanti ma necessarie affinché si prenda la giusta coscienza di quanto è opportuno essere coerenti se si vuol trasmettere un messaggio.
Come può un operatore di polizia commettere lo stesso reato per cui, ad esempio, a Giulianova, è morta una persona uccisa da tre rom?
Forse perché le carceri sono uno Stato nello Stato dove vigono leggi speciali non scritte alle quali tutti si adeguano?
Se così fosse, e probabilmente così è, la cosa è seria. Ma a tutti la cosa va bene.
Vendetta non giustizia!
Sanità. Esistono malati di serie A e malati di serie B?
Anche questa è cosa nota e sfido chiunque ad affermare il contrario.
Prova ne è l’accesso ai servizi complicato per i più, agevole per altri.
Ma Cucchi era un malato di serie Z.
E le prove ci sono e saranno utilizzate dagli Inquirenti non certamente da me che trasmetto questo pensiero sulla scorta di quanto letto nei quotidiani, delle mie opinabili convinzioni e del ribrezzo che provo.
Da questa storiaccia esce sconfitto lo Stato, qualsiasi auspicabile azione legale venga intrapresa.
E prima di parlare di legalità, e ricordiamoci che non basta una conferenza per trasmettere ai giovani questo concetto, ma essere d’esempio con i fatti, prendiamo coscienza di ciò che accade.
Per cambiare bisogna conoscere e sviluppare una adeguata coscienza critica.
Questa è la formazione non l’indottrinamento passivo in base a cliché precotti.
Dopo si può far tutto.

giovedì 12 novembre 2009

le tre ragioni dell'incuria...

Penso che il video che Enzo ( www.melitotv.it) ha utilizzato per centrare l’attenzione sulla “roba nostra”, abbandonata e devastata dagli stessi proprietari, che sono i cittadini, meriti una particolare riflessione.
Quali sono gli aspetti dell’incuria, che io chiamo ragioni, anche se l’incuria ragione non ha…che portano a tutto ciò?
Chiediamocelo.
Che ci sia una problematica legata alla gestione della cosa pubblica non v’è dubbio.
Non è possibile, né utile a nessuno, rianimare la vecchia villetta di via XIX agosto per poi farla morire d’incuria.
Peraltro questi sono i nostri luoghi della memoria ed assistere al loro abbandono è come abbandonare per sempre la storia che possiede ogni persona.
A questa scelleratezza va unito il livello di protezione che in questo momento posseggono i cittadini di Melito.
Aspetto strettamente correlato al controllo del territorio.
La Polizia Locale, competente nello specifico, consiste in poche unità ed allocate sovente centralmente, dove per centro si intende il Palazzo Comunale.
Attendiamo il Concorso sovente annunciato.
Forse con qualche unità in più che possa adeguatamente preservare i beni pubblici da atti indegni come quelli che ha documentato Melito TV sarebbe un’altra cosa.
L’ultimo aspetto, sono in ordine di esposizione e non d’importanza, è legato a quanto il cittadino sente propri i beni pubblici.
Da ciò che si vede…poco.
Ma è anche vero che è stata registrata l’indignazione di molti.
Quindi non generalizziamo ma pensiamo ad azioni educative rivolte alla fascia,spesso giovanile, che possiede un labile concetto di bene pubblico e partecipazione alla res pubblica.
Quindi dal bisogno educativo devono partire azioni pedagogiche mirate.
Fin da piccoli.
Al termine vernacolesco “ pari ch’è un toi” va sostituito con forza “no! E u meu”..
Il difficile cammino è lungo ma inizia sempre da un primo passo.