venerdì 31 dicembre 2010

l'Anno che verrà.....


Lungi da me inviare “messaggi alla Nazione”…non sarebbe il caso né la mia figura è così importante per scenari diversi dal nostro contesto, dove ammetto di essere soggetto impegnato .
Almeno quanto me lo concedo.
Vorrei ricordare alcuni eventi che, nel nostro ambito, lo meritano, ed a mio avviso hanno caratterizzato l’anno uscente.
Anzitutto la nascita del Forum, avvenuta sostanzialmente nella scorsa primavera, a seguito, ammettiamolo, di una ennesima esclusione da tavoli di concertazione sociale nel nostro territorio.
Questo ennesimo evento, escalation degli ultimi anni, ha fatto scattare in noi tutti una molla che dall’auto conservazione ha fatto sì che si progredisse, da subito, verso la promozione delle esperienze nella loro piena totalità.
Da qui attivare la rete sociale non è stato difficile.
Forse i tempi per far ciò erano maturi, forse abbiamo noi promotori dimostrato più decisione rispetto alle precedenti esperienze, di fatto è andata bene.
E molti giovani ci hanno seguito.
Questo mi permette di chiudere l’anno soddisfatto.
Il III settore ha dimostrato, in particolare attraverso l’evento di Reggio Calabria, lo scorso 13 novembre, di essere coeso oltre gli steccati ideologici e culturali che da sempre hanno rappresentato celata divisione.
Ritengo che la forma dei numeri abbia significato molto, per le Istituzioni, tant’è che alcuni segnali di “ripartenza” nei giusti binari sono stati registrati.
Adesso il dialogo con gli Enti Locali sembra riattivato.
Sento il dovere di ringraziare gli operatori della Stampa, cartacea ed on – line, dei Blog e delle TV locali.
Ci hanno seguiti con attenzione dando il giusto rilievo alle notizie.
Per questo ho scelto come immagine finale del 2010 l'articolo che l'amico Peppe ha redatto per la Gazzetta del Sud, a seguito di un torneo di calcetto dove ai vecchi rapporti consolidati si sono aggiunti nuove speranze per la nostra rete sociale.
Attraverso ciò passa il cambiamento.
La trasparenza ci ha contraddistinti in ogni nostra azione, anche oltre il dovuto. E spero che il Territorio su questo ci dia atto.
Non è stato un anno facile per nessuno.
Servizi sono scomparsi e sacrificati all’altare del risparmio per sprechi generati da altri, giovani in piazza a rivendicare il diritto al futuro, ritardi nei pagamenti delle forniture agli Enti accreditati ed autorizzati a dispetto di una casta che si arricchisce sempre di più e nuota agevolmente nei privilegi….
Questi eventi sono stati rilevanti per il nostro Stato Sociale.
Il sistema perverso ha reagito ai nostri attacchi attraverso intimidazioni e vendette di vario tipo. Se vogliamo, è un indicatore che si è sulla via giusta.
E questa via maestra intendiamo proseguire per l’anno che verrà.
Il 2011 non sarà un anno facile. Il lavoro sarà duro perché ciò che è stato avviato non può permettersi rallentamenti.
E mi chiedo: perché dovrebbe?
Sento forte l’entusiasmo in tutti noi nell’affrontare adeguatamente i problemi soprattutto notevole lo sforzo di adeguare i tempi alle vicende.
Il tempo, nel Sociale, non è amico. Sommerge di fatalismo e rassegnazione ogni cosa.
E di questo si è consapevoli.
L’anno che varrà, sono certo, ci vedrà protagonisti su molteplici fronti aperti, dove è d’obbligo non tradire la rete.
Gli indecisi, i disincantati, i disfattisti…non temete, saranno agganciati.
Stamattina ho inviato gli auguri di buon anno nuovo alla rete sociale interno alla cooperativa con una frase, che mi ha colpito particolarmente, è di Albert Camus. “Sii realista, chiedi l'impossibile”. È lo slogan dell’anno passato che si aggancia all’anno che verrà.
E l’impossibile chiederemo a tutti noi affinché diventi consolidata e dinamica realtà.
Buon 2010 a tutti.

venerdì 3 dicembre 2010

il mio pensiero sulla chiusura del punto nascite a Melito

Fatto salvo il decreto ministeriale, le Regioni assicurano l'assistenza sanitaria al proprio interno.
Questo non lo dico io, ma la legge che nel 1978 istituì il Servizio sanitario Nazionale dopo anni di diseguale assistenza mutualistica.
Per la cronaca la legge n.833.
Detto ciò è detto poco, perché migliaia di decreti hanno determinato le scelte.
Penso che in virtù delle competenze regionali in materia di sanità, l'introduzione del concetto di deroga, valido in altri casi, sarebbe quanto mai opportuno.
Quindi una modifica ad hoc del decreto che rende l’applicazione tarata sull’orogeografia dell’Area distrettuale di riferimento.
Non mi risulta superata la carta costituzionale, quando afferma il diritto alla salute.
Questo diritto viene compromesso se intervengono complicazioni ad un evento naturale come il parto ed il servizio apposito si trova d oltre ottanta kilometri.
Personalmente e con dati alla mano la risposta degli ultimi anni fornita al welfare in genere è stata debole e progressivamente ( in termini di risorse destinate ad hoc) ridotta.
Dobbiamo prendere atto come personalmente prendo atto, sul piano ideologico, che la destra non parla il linguaggio del welfare.
Ma è, appunto, un'opinione personale.
Bene dice un commentatore quando afferma che l'impegno dei dirigenti e del personale potrebbe fornire nuova linfa ad un Ospedale malamente percepito dal cittadino, a torto od a ragione, non come servizio affidabile.
Non condivido però l'inesistenza di una potenziale penalizzazione per il nostro nosocomio.
La chiusura del punto nascita a livello organizzativo interno inevitabilmente penalizzerebbe il servizio di Pediatria e trasversalmente quantomeno il Laboratorio analisi chimico - cliniche.
Anche questi reparti, non raggiungendo i risultati, potrebbero essere messi a rischio?
Personalmente vedo questa imminente chiusura come un troian horse per un ulteriore indebolimento di tutto il Nosocomio, proprio quando la coscienza del rilancio sta passando anche attraverso gli operatori ed i dirigenti.
I cittadini, le associazioni e la società civile tutta devono reagire di fronte a questa situazione, estendendo la protesta nell’hinterland, perché viene leso il diritto alla salute ed inferto un colpo mortale al ripopolamento dei borghi antichi dell'area.
La chiusura del punto nascita rappresenta, in termini di costi, un debole deterrente in quanto indurrebbe al ricovero improprio in forma protettiva mamme distanti dal centro più vicino con sanitarizzaizone eccessiva del parto e consequenziale incremento della spesa sanitaria.
Oltre e non da poco la delicatezza rappresentata dell’aspetto psicologico delle future o già mamme che vivrebbero con incertezza uno dei momenti più delicati della vita.
È questo il diritto alla Salute?