lunedì 31 dicembre 2012

LE POLITICHE SOCIALI SONO LA MISURA DELLA CIVILTà DI UN POPOLO....



L’anno che verrà non potrà che essere migliore per le Politiche Sociali dell’Area.
Il concetto, che presuppone una speranza, è semplice da spiegare e desidero farlo con una metafora.
Oltre il fondo non si può andare.
Si può solo risalire.
L’anno passato ha visto un’ incredibile indietreggiamento rispetto a quanto, con difficoltà, ottenuto negli anni.
Non voglio fare un’analisi politica. Non è mestiere mio. Ma come non rilevare la stasi che attanaglia l’Ufficio Piano insediato presso il Comune di Melito di Porto Salvo, capofila di distretto, con stimoli e difficoltà nel corso degli ultimi anni.
Siamo fermi e non se ne capiscono le ragioni.
Ricordo che la Programmazione è l’unico contrasto all’annichilimento economico che hanno subito le Politiche Sociali dal 2010 ad oggi.
Per entrare nel merito l’anno a cui ho fatto riferimento è stato l’ultimo che ha visto finanziato il Fondo per le Non autosufficienze. Oltre il fondo è stato cassato.
Sul fondo politiche sociali in genere si è passati da 1231,2 ml. Euro del 2008 a 178,5 ml. Euro nel 2011.
La Politiche Sociali non sono un termine che dobbiamo sentire distante ed eccessivamente tecnico, perché consistono in interventi professionali e finanziari per rispondere ai bisogni delle persone anziane sole e non autosufficienti, delle persone con disabilità, delle famiglie in difficoltà sociale ed economica, dei minori da sostenere e non utilizzare soltanto in spot elettorali, degli immigrati, risorsa e non problema, e presuppongono tanti altri interventi che sono la misura della civiltà di un popolo.
Non sono e non debbono essere un fondo dal quale attingere per compensare altrui sprechi.
Che fine ha fatto, tornando sempre al Comune di Melito, la Consulta delle Politiche Sociali che negli ultimi anni era il tafano che pungeva nelle tenebre, oltre ad essere un interessante luogo di confronto e proposta ?
Da qui un appello all’Assessore al ramo di convocare la Consulta subito e sostenere il suo riassetto.
E negli altri Comuni perché non esiste una Consulta?
Vorrei chiarire da subito un concetto.
Mi appello prevalentemente al Comune di Melito in quanto capofila di Distretto e come tale, per legge, competente per spingere e sostenere le Politiche Sociali d’Area.
È oltremodo vero che  il III settore ha la sua parte di responsabilità in ciò.
In questo momento rischia di ripiegarsi nelle proprie difficoltà, di chiudersi a riccio per difendersi dalla riduzione delle risorse, dai ritardi nei pagamenti e per ultimo dalle aggressioni mediatiche fantasiose quanto inconsistenti.
Al III settore locale chiedo fiducia e coesione. Verremo fuori anche da questa tempesta ma solo rimanendo uniti.
La crisi ha accentuato i bisogni ed i più deboli sono diventati gli agnelli da sacrificare al pubblico egoismo.
Dobbiamo, invertendo la tendenza alla rassegnazione, sostenere fortemente la promozione umana perché in essa risiede il futuro di un contesto.
Solidali si cresce e coesi si vince.
Che sia un anno nuovo, ma veramente nuovo, soprattutto nella coesione e nell’impegno tanto personale quanto collettivo.  

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