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domenica 18 maggio 2014

Le due anfore.......



Si narra che un portatore d'acqua reggeva, per mezzo di un bastone intorno alle spalle, due anfore.
Portava acqua fresca da bere alla casa del Maestro.
Un’anfora, però, perdeva. Per anni la storia andò avanti così.
Ed alla casa del Maestro arrivavano tutti i giorni due anfore. 
Una piena, un’altra, mezza vuota.
Il portatore d’acqua, dopo tempo, ed onestamente, si accorse di ciò, e ne fu mortificato.
“Maestro, avresti avuto molta più acqua se le anfore fossero state entrambe senza crepe. Tu mi hai pagato sempre come se ti avessi portato due anfore piene!!
Il Maestro sorrise benevolo e chiese al portatore d’acqua di ripercorrere insieme il sentiero che porta fino alla casa.
Da un lato del sentiero spuntavano fiori bellissimi, colorati e profumati.
Era il lato dell’anfora crepata. Era il margine del sentiero sul quale cadeva l’acqua dall’anfora rotta.
Su quel lato spuntava forte la vita.
“Ecco, amico, disse il Maestro, io l’ho sempre saputo, ed ho accettato di avere meno acqua, perché così riuscivo ad avere più fiori”.
Questo brano lo usai in momenti formativi dove andava detto, con forza, che la diversità, amici, toglie forse qualcosa, ma come narra la storia, ne dà altre. 
La diversità è una ricchezza per chi riesce a coglierla. 
Per chi riesce a guardare i fiori che spuntano dal sentiero...


giovedì 24 aprile 2014

Oggi, la Resistenza.



Oggi, 25 aprile 2014, è una bella giornata, un sole luminoso fa splendere Melito al di là dei propri meriti, e si celebra la Resistenza, o la Liberazione qualsivoglia dire. Diciamo entrambe, visto che l’una è conseguenza dell’altra. Al di là dei fiumi di parole che oggi si sprecheranno, farcite magari da qualche polemica sulla violenza della guerra partigiana, come se ciò possa anestetizzare la violenza e le barbarie del nazi – fascismo, mi vengono spontanee alcune, poche ed indolori, diciamo, domande. Oggi che significa Resistere, quando sotto il balcone di casa non hai le squadracce o non corri il rischi di essere rinchiuso in un campo di sterminio? Cos’è oggi la tirannia e chi sono i tiranni? E poi, l’ultima domanda, forse la madre di tutte quante. Ma siamo veramente liberi oggi, sessantanove anni dopo la Liberazione dal grigio – nero della violenza totalitaria?
È forse libertà, amici, preoccuparci, in caso qualcuno di noi desiderasse aprire un’attività commerciale, più del pizzo che delle tasse? O addirittura essere costretti a considerarlo una tassa tra le altre?
È forse libertà dire a noi stessi ed ai nostri figli, cosa ben più grave, che nulla mai cambierà? L’avessero detto i nostri Padri, incalzati dai manganelli, la Storia sarebbe cambiata decisamente. Purtroppo.
È tiranno chi invece dell’olio di ricino fatto ingollare nottetempo e con la violenza ti strema schiacciandoti i giorni attraverso continue, grandi e piccole inefficienze, che ti abituano al “minimo” e ti fanno gridare di stupore quando, oltre il piccolo tuo mondo, vedi il “medio”?
È tiranno oggi chi ti chiede di votare perché, dopo, avrai un vantaggio?
Avere queste risposte è impossibile, forse. Sarebbe presuntuoso fornirle con i miei modesti mezzi intellettuali. Porsi queste domande oggi però è vitale per una nuova resistenza.
Ecco, cos’è oggi, la Resistenza. È porsi, umilmente, delle domande.  
Le risposte, come la Liberazione, verranno di conseguenza.

domenica 20 ottobre 2013

I GIORNI DELL'INFAMIA, UN ANNO DOPO....



E’ passato circa un anno dai "giorni dell'infamia", dove un sistema superficiale di valutazione "massiva" ha portato antichi e fratricidi pregiudizi a slatentizzarsi..... far finta di niente è inopportuno, esagerare non serve, elaborare serenamente è assolutamente necessario...
tutto iniziò nell’ottobre 2012, leggendo la relazione di scioglimento del comune di Reggio Calabria. Ad un certo punto trovai Rinascita. Intesa come paravento delle cosche locali. Subito mi prese la sorpresa ed anche la paura di non poter difendere l’ovvio.
Ma come possono le cosche locali nutrire interesse verso una cooperativa investita in pieno dalla crisi del settore, che chiude gli ultimi tre bilanci in passivo e soprattutto per non licenziare dipendenti si vede costretta a ricorrere agli ammortizzatori sociali?
Tento una conferenza stampa, poco partecipata, nello stesso mese, per esprimere con forza il senso delle cose, cercando attraverso i fatti e la ragione di oppormi agli abbagli espressi ma soprattutto a ciò che ha creato maggiormente danni, a che pian piano stava divenendo problema parallelo all’aspetto giuridico della vicenda, fino a sostituirla del tutto….sua maestà il pregiudizio!
Intravedo lo spettro di Kafka dietro la macchinosa vicenda quando, qualche mese dopo, viene sciolto il consiglio comunale di Melito, arrestato il sindaco, e di nuovo Rinascita sui giornali!!!
Nuovamente ritorna l’assunto che la cooperativa è paravento delle cosche, al quale di aggiunge l’ipotesi che esse ha ricevuto facilitazioni dal comune appena sciolto.
La storia recente dice il contrario. Enormi crediti vantati, servizi svantaggiosi, ricorso a decreti ingiuntivi. Eppure ciò non basta.
Il pregiudizio e l’isolamento raggiungono l’apice, ed in tutti i contesti.
Nel marzo del 2013 la cooperativa viene raggiunta da informativa antimafia a carattere interdittivo emessa dalla Prefettura di Reggio Calabria.
E qui nessuno di noi si meraviglia più di tanto.
I Tartari finalmente escono dal deserto ed attaccano il fortino.
Passano i mesi più duri. Viene revocato un contratto e diversi collaboratori di fatto perdono il posto di lavoro. E diversi utenti rimangono senza servizi.
Nel circondario si parla di chiusura, dissesto, liquidazione. I fornitori si allarmano. I committenti anche. Immaginiamo i soci ed i dipendenti.
Nel luglio dello stesso anno l’interdittiva viene sospesa dal Tribunale Amministrativo di Reggio Calabria con ordinanza significativa ed esaustiva. L’udienza di  merito viene fissata per il 18 dicembre prossimo, a chiudere un anno infame.
Sembra finito il calvario, ma ancora per terra ci stanno i cocci di un vaso, la nostra credibilità ed onestà, infranto dal pregiudizio e dalla superficialità. E dall’ignavia.
La sorte ironica vuole però che proprio nell’anno infame la cooperativa compie le nozze d’argento. Difatti è stata fondata esattamente venticinque anni fa.
E proprio alla fine di questo breve racconto che nessuno avrebbe voluto narrare si annuncia che Rinascita celebrerà, com’è giusto, il proprio venticinquennale. E lo farà con semplicità, nei prossimi  mesi, programmando degli eventi semplici e di tono commisurato all’attuale crisi economica, ma intensi e carichi di significato. Non è facile scrollarsi dalla spalle e dal cuore quanto accaduto, ma è necessario farlo perché l’obiettivo, per chi verrà dopo di noi, è tra venticinque anni celebrare il cinquantesimo!
E questo lo si può immaginare soltanto guardando avanti con la forza che scaturisce dalle capacità di reagire ai venti contrari ed insidiosi, e con l’onestà di tutti i giorni.
Ad maiora.