martedì 23 luglio 2013

il frutto maturo della vittoria



se ti piace il frutto verde 
pianta un albero da frutta
se ti piace il frutto verde 
annaffia quest’ albero da frutta
se ti piace il frutto maturo,
non dimenticare mai di fare un giro nel frutteto 
per irrorarlo col tuo sudore
se ti piace il frutto maturo dell’albero, 
spoglialo dalle erbe cattive e dalle spine invadenti
se ti piace il frutto maturo sii paziente
perché è lo stesso albero che produce il frutto verde 
che darà il frutto maturo della Vittoria 
a caro prezzo raggiunta

( Assamoi G. Kouba, poeta Africano contro l’Apartheid)



il mare negato.....



Basta fare un giro per le spiagge per rendersi conto che una persona con ridotta mobilità non vi può accedere. 
Niente mare per chi vive su ruote!
Gli scivoli, se presenti, arrivano a metà spiaggia e quindi tutto prosegue sulla buona volontà, o meglio sulle braccia di parenti ed amici.
Ma alla fine tutta questa è pura immaginazione. 
La realtà è che i disabili, a mare, non ci vanno. 
E perché dovrebbero andare a mare? 
Mica sono come noi!!!
Ecco, questo è il presupposto “ideologico” che porta chi di dovere, ovvero la Comunità e lo Stato, nelle sue diramazioni di prossimità, a non porsi minimamente il problema. Potrei qui sciorinare normative su normative, articoli, comma e lettere, regolamenti e circolari attuative, per concludere poi che senza la volontà ciò è tutta carta straccia. Allora che fare? 
Due cose.
La prima, denunciare apertamente le omissioni e le discriminazioni.
La seconda non far cadere il silenzio sul tema della disabilità, dell’integrazione e delle pari opportunità. 
La cultura cambia attraverso il confronto e la conoscenza.
E se dovessimo ritrovarci qui tra cent’anni a dibattere sul tema, ben venga, vuol dire che ancora si crede nel cambiamento.

martedì 2 luglio 2013

Robespierre e la luna.



eu su gabinettu
eu su gabinettu, cogghiu schiacchi, sputi, fazzu schifu!!!
con l’angoscia disegnata sul volto e trent’anni di manicomio alle spalle, Robespierre, lo chiameremo così, mi guardava attraverso.
Nei suoi occhi chiari ci stava tutto l’orrore del mondo, e se guardavi dentro, e non oltre, ma dovevi avere molto coraggio per farlo, si intravedevano le indifferenze, le violenze, le intimità violate, le notti senza luna ed i giorni senza sole.
La vita senza domani che scorreva nella Casa del Nulla.
Io sono un gabinetto, gridava Robespierre, perché sentiva su di sé l’umanità che tirava lo sciacquone per non vederlo, con le dita consumate dalle sigarette fumate fino alla fine, senza denti e senza cervello.
Ma Robespierre aveva un cuore e cantava, cantava, cantava.
Nelle notti, dopo trent’anni, tornò la luna. E fu musica.
E non fu più gabinetto.
E non raccolse più schiacchi e sputi.
Ma applausi nelle notti profumate di gelsomino.
Anche lui se ne andò presto, come gli altri, lontano da me.
Anche lui andò ad abitare il posto dove tutto è giusto, dove anche i matti possono avere un lavoro, una donna e guidare un auto.
Io non so dov’è quel posto, ma so dove si trova Robespierre. 
Se guardate verso la luna, forse quel posto è lì,
e fate silenzio, si sente un canto al profumo di gelsomino.

L’opportunismo e l’opportunità.




Non è opportuno, è giusto ma non è opportuno.
Occorre essere opportuni..ecc. ecc..quante volte ci è stato detto od abbiamo sentito dire ciò?
Tante volte, oggi più che mai.
Ma tutto deriva forse dalla necessità di “cogliere l’opportunità”, ovvero quel momento dove si può verificare un vantaggio per noi stessi, e non possiamo farcelo scappare.
Bene, oserei dire, con qualche possibilità di avere ragione, che in questo momento siamo dominati dall’opportunità, dall’opportuno, dall’opportunismo.
Facciamo qualche esempio?
Chi è disponibile di fronte ad un sopruso a denunciare il fatto, anche pubblicamente, di fronte ad una via diversa di conciliazione? Intendendo l’intervento dell’amico e del compare.
Pochi ritengo, forse nessuno.
Impattando frontalmente ti sei fatto un nemico. Aggirando e colludendo magari ottieni vantaggi.
Dalla posizione prona, però.
Ma il nemico resta, fortificato ed alimentato dall’opportunità di non scontrarsi.
Solo che è nemico di tutti, e non più forse il nostro!
Facciamo un esempio più diretto.
Chi di noi hanno votato alle ultime tornate di prossimità, come amo chiamare la competizione elettorale comunale, la persona considerata più capace e specchiata?
Ovviamente e politicamente tutti. Ma sappiamo che non è così.
Sappiamo tutti che molti hanno votato dove pensavano di ricavare un vantaggio, ovvero qualche ipotetico e fantomatico posto di lavoro.
Molta gente è stata così ingannata dai venditori di fumo, che ci hanno dopo ridotti in cenere!
Altri elettori invece hanno ragionato al contrario.
Nel senso che “è più opportuno” Tizio che Caio, in quanto potenzialmente, pur in assenza di promesse pre elettorali, fonte di facilitazioni.
Intendiamo per facilitazioni i diritti cullati in un letto di clientelismo!
Inoltre registriamo il voto parentale, dove l’opportunità sta nel rispondere ad ordini di scuderia familistici, pur in presenza di rappresentanti oggettivamente incapaci, perché l’equilibrio della famiglia così impone.
Andare in direzione contraria significa essere fuori dal gioco, quasi sempre vincente.
Certo, quasi sempre vincente, perché qualunque asino, con tutto il rispetto per il nobile animale, che ha una parentela lunga e consistente può divenire puledro da corsa!
Ma corre solo per i propri interessi e della famiglia che lo ha “eletto”!!
Questi sono i nodi che attanagliano la nostra bolsa politica, e purtroppo fanno disaffezionare i giovani, che si vedono chiusi da asini trasformisti!
E di fronte alle proprie intenzioni, sentono troppo spesso il qualunquista di turno affermare  - ma cosa fai, non è opportuno !!