sabato 27 marzo 2010

il cambiamento.....

Il grande giorno è arrivato..si contano le ore, si affilano le unghie per gli ultimi voti, quelli porta a porta.
Vecchi e giovani, sani e malati..vivi e morti.
Regionali…comunali,,la battaglia è uguale.
Stesse armi, stessi sistemi, stesse promesse, a volte, purtroppo, stesse facce.
Noi umili cittadini ci prepariamo agli ultimi assalti.
Chi a difendere la propria idea contro gli ammiccamenti ed il paternalismo dell’amico o del conterraneo, chi a difendere le proprie promesse per opportunità’…ma quale???
Promesse fatte a tutti, a tanti..a troppi.
Mi sento tranquillo.
Il vero amico capisce..il falso se ne va…le promesse, tanto sono sempre uguali.
Allora, cari candidati vecchi…vergognatevi.!
Con quale coraggio ci promettete le cose che non avere mantenuto prima!
Candidati tutti, nuovi e vecchi, ma vi sembra veramente che il popolo è totalmente bue?
Vi sembra possibile che tutti votano tutti? È un concerto per solo tromba….
Ricordatevi tutti che il popolo a volte si copre per non vedere…per non sentire…
Per non vedere i propri giovani andar via per non finire sfruttati, vessati e malpagati in un esercizio commerciale…magari appartenente a quelle stesse persone che si lamentano perché…c’è la crisi….
Per non vedere i propri malati a questuare raccomandazioni per ottenere una visita prima che li colga la morte…
Per non vedersi soffocati da un sistema che premia i lecchini e reprime i migliori, o i coraggiosi .
Quelli che fanno le “cose per bene…..”
Le “cosa per bene” sono diventate l’anormalità….la devianza….
L’accomodamento la norma.
Amici, guardate dritto verso la scheda elettorale..vedrete la vostra idea, qualsiasi essa sia, nascosta dei volti dei potenti.
Scostate questi volti arroganti e scrivete ciò che volete.
Ecco il cambiamento.

domenica 28 febbraio 2010

la scelta di scegliere...

caro Federico,
Leggo con attenzione prima la tua candidatura, resa definitiva dalla scadenza della presentazione delle liste, e poi, ben più importanti, le tue ragioni.
Tu l’hai avuta e ti faccio i miei affettuosi complimenti.
Pensa che per queste elezioni regionali mi sento così indeciso e veramente, adesso, mi manca il coraggio di scegliere. Che guazzabuglio!
Da sinistra a destra. Passando per un centro sempre più intasato e confuso.
Socialisti di destra e socialisti di sinistra…boh!
La destra è giovane. La sinistra è vecchia. Ed io sono confuso. Dove sono le mie idee? Dove il mio partito?
Anche se la responsabilità di questa mia confusione sta senz’altro nella disorganizzazione ideologica ed arrivista di tutte le compagini.
Ma torniamo a noi.
Ho letto le tue ragioni e penso tu sappia che non sarà facile.
Il lavoro non è così semplice da raggiungere,. perché del lavoro e dei giovani, adesso, non frega più niente a nessuno, ma tutti lo promettono e lo decantano.
Qualcuno più coraggioso dice che i giovani non vogliono più lavorare come una volta.
Magari è un becero imprenditore, come ce ne sono tanti dalle nostre parti, che si lamenta perché qualche ragazza non si è accontentata della sua elemosina in cambio di dieci ore al giorno a contare dietro un bancone i soldi che guadagna lui!
Tu sai, caro Federico, che non è così e che non è giusto.
Il tuo paese è vivo ma lo sviluppo e le opportunità ancora non decollano.
I giovani stanno per andar via anche dal lì, come in tutti gli altri posti.
Nuova emigrazione per vecchi problemi. La speranza uccisa favorisce la fuga.
Sai che sul Sociale non si scherza.
Tutti vorremmo non ci fosse bisogno di interventi riparatori.
Immagina quando a mancare sono entrambe le cose!
Questo è un altro arduo compito.
Tuo padre, se dovessi ricordarlo con una metafora, lo immaginerei come un bonario pescatore che intrecciava, riparava e tesseva la rete dove non abboccava nessuno, ma tutti sceglievano di starci dentro.
Perché i modi fanno contenuto. Questo ricordalo sempre.
Fai rete con tutti, anche con chi non sopporti o non stimi. Scoprirai cose nuove.
Attraverso le connessioni passa lo sviluppo dei territori.
Guarda sempre oltre la Valle del Tuccio.
Termino con un sentimento poco nobile. L’invidia.
Forse ti invidio un po’ perché hai in mano la possibilità di cambiare le cose ed io, almeno per il momento, no.
Lo faccio, per ora, anche attraverso te e quelli come te che scendono in campo con ideali onesti ed elevati.
So che non è poco ma sentiti addosso anche questa responsabilità.
E vedrai che sarà una bella avventura!

domenica 17 gennaio 2010

la scelta di fallire

Non parlo spesso di me, ma stanno scoccando tre ricorrenze che mi permettono un po’ d’introspezione.
La prima, la principale, è che terminerò gli “anni quaranta” per avvicinarmi al mezzo secolo di vita.
Bene.
Se così è la mezza età che sia benvenuta.
La seconda è che questo è il 98 esimo post del mio blog.
Si avvicina un’altra ricorrenza.
La terza è che oggi mi va di farlo.
Una gita qualunque, scolastica, di tanti anni fa.
Era il 1976.
Avevo appena quindici anni.
A quindici anni il mondo appare netto, senza sfumature, o bianco o nero.
Gli adulti sono spesso oggetto della tua contestazione e mentre contesti gli attribuisci un’importanza che forse non meritano, non tutti.
Una gita qualunque a Taormina, meta possibile di tutte le gite scolastiche.
Il mio insegnante mi affidò un compito.
Missione impossibile.
Far rientrare tutti alle cinque della sera, per la partenza verso casa.
Perché proprio a me? Si fida di me? Sarò capace?
Ovviamente non fui capace.
I ragazzi avvinghiati in discoteca, corteggianti in spazi di liberta che ancora non possedevano, annusanti indipendenza fino al termine, mi mandarono tutti beatamente e giustamente all’inferno.
Alle cinque della sera ci stavo solo io ad attendere comprensione e sostegno per il mio fallimento.
Così non fu.
Il mio delegante insegnate mi apostrofò con una frase storica, un maglio, uno stigma, una bolla papale manco fossi Martin Lutero.
“Sarai un fallito nella vita. “
Ed allora ho scelto di fallire.
A vent’anni scelsi una strada, un percorso diverso dai miei coetanei più “strutturati”.
Scelsi lo stare accanto fisicamente a chi si trova ai margini, e dentro la Società non può stare perché disturba chi non fallisce mai.
Siano bambini, disabili, adulti, madri, figli.
Purché non siano “normali”.
Dalla scelta di impegno a quella formativa.
Non il contrario come tutti quanti.
Allora da lì tante scelte, tutte capovolte. Tutte strane. Tutte da fallito.
A quasi mezzo secolo di vita mi sento bene, soddisfatto e curioso di ciò che mi aspetta ancora e che andrò ovviamente a cercarmi.
Cari amici che leggete questo post introspettivo domenicale un po’ strano, portate ancora pazienza, è quasi finito.
Spero possiate sempre scegliere nella vita la strada che sentite vostra,senza condizionamenti e proseguirla con libertà.
Se questo è il fallimento ve lo auguro di cuore.

venerdì 15 gennaio 2010

L'impegno...corsia privilegiata per la legalità!


La legalità passa anche attraverso le strade dell’impegno e della condivisione con le persone in difficoltà e con gli Enti che di loro si occupano.
Tra mille difficoltà di diverso ordine ed entità.
La cooperativa Rinascita Onlus, che sul territorio dell’Area Grecanica è presente con numerosi Servizi, in particolare con le Strutture di Riabilitazione Psichiatrica site a Saline di Montebello, con la Casa di Riposo Sorriso al Tramonto a Melito e con i servizi domiciliari per Anziani e Disabili sia sul versante sociale che sanitario, dal 7 gennaio 2010 ha avviato il Servizio Civile Nazionale.
Verranno impiegati 8 volontari, precedentemente selezionati tramite bando datato luglio 2009.
L’impiego dei volontari risponde ad una logica di rete più estesa, alla quale appartiene la cooperativa Rinascita, che la vede anello di congiunzione con realtà solide e di spessore come il Consorzio Mare Sol, con sede a Messina e la cooperativa Aurora, di Palermo.
I volontari si affiancheranno al personale delle strutture allocate a Saline,e della Casa di Riposo Sorriso al Tramonto, per favorire la realizzazione del progetto di Servizio Civile “il Capo Sud della 180”.
La cooperativa Rinascita, attraverso l’adesione al Progetto di Servizio Civile,si prefigge di facilitare la crescita dei giovani che hanno scelto questo impegno come terreno di cittadinanza attiva.
La cultura del cambiamento e dell’impegno passa necessariamente attraverso le nuove generazioni.
Permettere ai giovani di contattare un diverso stile di vita, votato alla solidarietà ed all’effettuazione del mandato di cui si è affidatari con onestà ed impegno, potrebbe rivelarsi un contraltare efficace alla cultura del disimpegno e del conformismo, humus fertile di più gravi problematiche.
Il nostro Territorio, affascinante e martoriato, quindi dovrebbe ringraziare questi giovani, sia per il coraggio della loro scelta, effettuata in tempi certamente non favorevoli, ma anche per il contributo che daranno al benessere delle persone in difficoltà grazie alla loro giovanile vivacità.

sabato 9 gennaio 2010

solidarietà a Peppe

cittadini di Melito, in queste poche ore un consigliere comunale è stato obiettivo di atti vandalici seri.
Non fiaccole ma opere di bene, nel senso che sarebbe utile riflettere sulla necessità che chi si assume le resposabilità di amministrare è comunque sotto gli occhi di tutti e non va lasciato solo.
Dichiaro pubblicamente la mia solidarietà a Peppe Latella, persona che non ha mai lesinato impegno nell'assolvere il suo compito di ammnistratore, anche oltre il mandato.
Condanno nei modi e nella coerenza tutte le intimidazioni che rendono difficile assumersi delle responsabilità ed essere onesti, anche contro il comune agire, che non sempre corrisponde alla cosa giusta.
E' bene che i giovani sappiano questo per reagire adeguatamente.
A noi "maturi" il compito di non sopire il loro entusiasmo con la nostra vigliacchieria.

nero a metà

Si sprecano commenti su quanto accade in queste ore a Rosarno, affrontato con la solita deportazione.
Condanno fermamente la violenza, qualsiasi ragione abbia.
È la morte del confronto.
Ma vorrei anch’io immodestamente esprimere un pensiero .
La rivolta degli immigrati attiva Istituzionali rigurgiti razzisti che trovano nella troppa tolleranza la responsabilità di quanto accade in queste ore.
E questo va rilevato senza mezzi termini.
Mi indigna il pensiero, ma mi rende tranquillo che un Ministro lo evidenzi in modo chiaro, tanto per fugare ogni dubbio.
La sicurezza dei cittadini di Rosarno è stata difesa con i denti, e non solo, da risoluti soggetti all’evidente soldo dell’Antistato.
Magari gli stessi che prima hanno compresso la pentola oltre misura, facendo sì che scoppiasse.
Quello che ci è oscuro, visto che apparteniamo alla specie dei rivoluzionari in pantofole e papalina, è il livello della reazione.
Che direttamente deriva dall’esacerbazione di indegne condizioni di vita.
Pur deprecando la violenza, gli immigrati si sono ribellati alla ndrangheta!
A quella riconosciuta, formale, che li ha ridotti in schiavitù.
A quella soft, che in pelliccia di visone e Hogan paga 3 euro l’ora servizi a buon mercato che mai un “locale” farebbe, a quella imprenditoriale che stiva dieci persone in appartamenti che nessun “locale” vorrebbe, facendo pagare somme incredibili.
Che nessun “locale” pagherebbe.
La violenza espressa è stata il parto immondo di questa situazione, che ci piaccia o no.
Da calabrese mi augurerei che con modalità diverse la mia terra si ribellasse allo sfruttamento lavorativo, alla disoccupazione, alla mafia, ai colletti bianchi che barattano le loro poltrone con il futuro dei nostri giovani, ai Piani di Rientro e ad altri innumerevoli orrori ed errori.
Da calabrese oggi mi sento nero a metà.

P.S. non me ne vogliamo i possessori di Hogan, belle scarpe, per aver utilizzato come simbolo di un certo benessere le loro non certo economiche calzature.
Me ne vogliano pure i possessori di pellicce.

lunedì 4 gennaio 2010

Carbone no lavoro si

Non mi dilungo sulla nocività del carbone, altri meglio di me sono più abili a tracciarne gli effetti cancerosi sull’organismo e deleteri sull’ambiente circostante.
Che questi effetti possano ricadere sul territorio di Melito e Montebello, visto il pericolo non assolutamente scampato rispetto alla costruzione della Centrale, mi preoccupa e non poco.
Però mi fermerò a riflettere su un altro aspetto, che mi addolora come cittadino e mi detta la traccia da seguire come soggetto del terzo settore locale.
Quando si affacciò, qualche tempo fa, per la prima volta il progetto di costruzione della Centrale a Carbone nell’area di Saline, a braccetto con l’oasi faunistica,, da parte della SEI, multinazionale svizzera, con indubbi interessi locali, accadde un episodio.
Nella sua populista essenza semplice nei modi ma forte e tragico nei contenuti.
Alla prime proteste sul territorio, in particolare presso il paese di Saline, mi si avvicinò una donna, sfatta, disordinata, apparentemente di mezza età.
Forse giovane, forse no.
Come molte madri e mogli delle nostre parti.
Mi disse, in sintesi…il carbone fa venire il cancro, uccide dopo dieci, quindici anni.
Ma qui siamo senza lavoro.
Moriamo tutti i giorni.
Io voglio la Centrale se questa significa lavoro. Meglio morire occupati che vivere di stenti.
Il ragionamento non tenne conto di tante sfumature, prima tra tutte che il gioco non vale la candela.
Ma la drammatica comunicazione della madre senza età, ancora oggi attuale, ci sbatte in faccia la nuda e cruda realtà, ovvero cosa stiamo facendo, tutti, forze sociali, politiche, culturali, religiose, Istituzioni e quant’altro volgiamo mettere nel calderone, per produrre lavoro e sviluppo.
No, non ho cambiato idea, rimango fermamente contro la costruzione della Centrale a Carbone, nell’area di Saline, deputata alla distruzione e non al progresso.
Ma comprendo il dramma della donna disposta a barattare la vita con il lavoro.
Questa è la realtà con la quale dobbiamo fare i conti, ci piaccia o no.
E su questa realtà dobbiamo impiantare un NO alla Centrale condizionato e supportato da tutte le azioni di sviluppò ed occupazione che tutti dobbiamo ritenere obiettivo prioritario.
Affinché non ci sia più gente disposta a morire per una busta paga.