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venerdì 7 gennaio 2011

la visione del Forum sul problema sicurezza a Melito

La spiacevole disavventura che ha visto protagonista la Dott.ssa Melania Cordova, ci lascia indignati e sconcertati; la nostra solidarietà e vicinanza non è permeata di dovuta circostanza.
Infatti, allo sdegno, per questo atto incivile, devono seguire le dovute riflessioni sulla situazione in cui versa il nostro territorio.
L’avvenimento è sintomatico di una situazione oltremodo pericolosa se un criminale ha deciso di attuare il suo ignobile piano con pistola in pugno, alle 20 e 10 della sera, in pieno centro, di fronte a tre bambini..
In questa vicenda rileviamo i segni del disagio sociale, della crisi valoriale e dei sopraggiunti rischi per nostra non più piccola comunità.
Il Forum e le forze sociali, oltre le Istituzioni, sono chiamati in causa in modo diretto e cercheranno di essere presenti, in virtù dei loro ambiti di competenza.
D’altronde si ritiene che, pur essendo fondamentale, implementare il controllo del territorio non è azione sufficiente se soprattutto non si va alla radice della questione.
A nostro avviso risultano di primaria necessità adeguate misure educative sia verso le giovani generazioni che verso gli adulti in situazione di disagio e non.
Anzitutto tenendo presente che la legalità non deve essere predicata ma agita attraverso gli esempi, le azioni concrete e soprattutto la solidità della rete sociale ed istituzionale oltre ogni steccato ideologico e/o d’appartenenza.
Il benessere comune è l’obiettivo di tutti e per tutti i cittadini.
Forum Distrettuale del III settore Area Grecanica

giovedì 18 novembre 2010

SOLDATI DI UN FRONTE SENZA FINE.....


Non passa giorno che in tutti i settori della vita pubblica si assiste a manifestazioni di protesta. Sovente queste derivano da una caduta verticale dei diritti garantiti non da uno status, se c’è non certo invidiabile, ma da leggi della Repubblica.
Lo status di chi protesta non è, come scritto, assolutamente invidiabile, perché si tratta di precari che stanno diventando disoccupati, studenti che vivono l’angoscia del futuro, ammalati che non riescono ad avere la dovute prestazioni.
Questa è crisi del welfare.
A fronte assistiamo ad indagini su borse di studio pilotate dalla lobby della cultura universitaria, a funzionari super pagati per ingolfare di burocrazia sovietica gli uffici che invece dovrebbero produrre servizi e benessere, politici dilettanti che hanno portato la nostra Repubblica nell’era glaciale.
Fin qui è moralismo.
Da ora in poi però dobbiamo conoscere e reagire.
Ritengo non sia possibile che la società civile non prenda coscienza di quanto accade, protetta da un sipario di carta velina che è rappresentato dalla convinzione che “a me non serve tutto ciò…”
La salute è un bene collettivo la cui compromissione non deriva dal proprio reddito.

Anche se questo pesa indubbiamente nelle cure.
La condizione di disabilità potrebbe incombere su tutti noi, da un momento all’altro.

Non è un anatema, è realtà lapalissiana.
Ieri è toccato al settore psichiatrico, dopo anni d’incertezza e di successi, dopo aver abbattuto uno dei più incrostati lager d’Italia, con amore e sacrificio, “puzzo di piscio e segatura” ancora si è nell’incertezza sostanziale e formale.
Questo non è più possibile ed è bene che la società civile, se civile è, se ne renda conto…

domenica 24 ottobre 2010

Il Forum Aderisce al coordinamento delle associazioni


il Forum Distrettuale del III settore dell'Area Grecanica, con delibera dell'Assemblea tenutasi il 15 ottobre scorso, afferma con forza il No alla costruzione della centrale a carbone nel sito di Saline Ioniche.
IL'associazionismo locale ritiene altra e diversa la vocazione del territorio grecanico e su questo pensa si possa e si debba spingere per una riconversione del sito di Saline, ex Liquichimica.
Il mare, il sole, la terra potrebbe dare di più, dare lavoro e benessere, se ben utilizzati.
Ma una speculazione come tante che abbiamo già subito ci sembra l'ipotesi più lontana dai nostri bisogni.
Sulla portata dell'indotto lavorativo nutriamo seri dubbi, visto le cifre altelenanti e contrastanti che vengono sciorinate dai favorevoli alla Centrale.
Nessun dubbio invece nutriamo sulla nocività del carbone, nè sulla possibile devastazione di un Area che, per quanto non valorizzata a dovere, vanta bellezze notevoli, quali il
laghetto di Saline adiacente appunto alla Liquichimica.
Il Forum ha già inviato una mail di formale adesione al coordinamento delle Associazioni contro la Centrale ribadendo che non siamo i cultori del No ad ogni costo, ma del Si allo sviluppo sostenibile
nel rispetto pieno della nostra vocazione e dei nostri territori.
Questo è incompatibile con una proposta come la costruzione della Centrale a Carbone.

mercoledì 15 settembre 2010

Forum....in trasparenza i nostri successivi passi...


Il Forum sta proseguendo le attività, in atto caratterizzate da una restituzione territoriale del ruolo del terzo Settore.
Storicamente la nostra è un Area ricca di organizzazioni sociali.
A realtà antiche, che operano nel contesto da più di trent’anni, si sono aggiunte altre organizzazioni che hanno diversificato l’intervento, prima quasi esclusivamente rivolto a situazioni di disabilità ed estrema gravità.
Adesso viene offerta la ludoteca piuttosto che servizi domiciliari “leggeri” o assistenza scolastica. Nello stesso tempo mi preme rimarcare che all’impulso dei primi anni duemila, dove abbiamo assistito, attori sociali partecipi, a progetti in rete come il Dopo di Noi territoriale, l’Assistenza scolastica, il progetto “un anziano per amico”, prove generali per il Piano di zona, ed altrettanti impulsi provenienti dalle Amministrazioni locali, purtroppo ci si trova in un momento di pericolosa stasi.
Perché pericolosa?
Perché quest’allentamento del percorso di social governance avviene in un periodo storico di contrazione delle risorse, e soprattutto di indebolimento nella collettività del concetto di Livello Essenziale di Prestazione.
Adesso rischiamo di percepire, visto la già citata contrazione delle risorse, come non essenziale, per esempio, un servizio domiciliare o un centro diurno.
Si registra un estremo ricorso alle risorse economiche familiari per un sistema sociale parallelo, surrogante il servizio pubblico.
Le indennità d’accompagnamento diventano, causa situazioni di inadeguatezza di reddito, proventi aggiuntivi senza apportare qualitative modifiche all’intervento per il familiare disabile o anziano.
La previsione di voucher da assegnare alla famiglie, se non in qualche modo blindata al ricorso ad Enti certificati e qualificati, potrebbe ulteriormente implementare questo sistema riparatorio. .
D'altronde, la povertà in Calabria si aggira, rispetto al sistema familiare, sul 29%.
Il recente “ Rapporto Sulle non autosufficienze” 2010 redatto del Governo centrale mette in evidenza dei dati a dir poco inquietanti.
In Italia il ricorso all’assistenza privata, tramite badanti, è notevole. Circa 770.000 badanti operano sul territorio nazionale, e tenendo conto che soltanto una su tre è portatrice di un regolare contratto di lavoro, questa cifra andrebbe ritoccata verso l’alto.
L’offerta residenziale per persone non autosufficienti nel Sud è 8 volte inferiore agli standard europei!
Nel contesto del Distretto Socio Sanitario n.4 questi fenomeni rilevati a livello nazionale assumono contorni più percepibili.
Come considerevole è il fenomeno più volte denunciato, ovvero l’offerta di servizi non omogenea per vari Comuni, nonostante il principio della legge 328, che va verso altra direzione.
Vediamo un capofila di Distretto, il comune di Melito di Porto Salvo, in qualche modo coperto da vari servizi, mentre una periferia distrettuale a mio avviso ancora distante dai livelli minimi di prestazione sociale.
E mi distanzierei anche, tecnicamente, dal concetto di famiglia carer come tradizione da valorizzare, specie nei territori limitrofi.
Ciò è valido non in sostituzione del Servizio Pubblico, ma a sostegno.
Nelle nostre famiglie il peso della cura è distribuito in maniera schiacciante sulle donne, che passano incessantemente dal ruolo di madri e quello di badanti, senza spazi di vita adeguati e soprattutto sostegno alla proprie ambizioni personali e professionali.
Difatti nei servizi domiciliari “pubblici” assistiamo ad una prevalenza di unità di sesso femminile.
Tornando al terzo settore, che nell’Area Grecanica è numeroso e variegato, non posso non registrare un ulteriore indebolimento del principio di sussidiarietà, ovvero quel sistema definito dall’art.118 della Costituzione che legittima l’impegno delle organizzazioni piccole ma attrezzate nello svolgimento di compiti pubblici con la facilitazione dello Stato e sue diramazioni locali.
I principi della legge 328/2000, attuata nel 2003 in Calabria attraverso la legge regionale n.23, ovvero l’art. 1, comma 4 ( Gli enti locali, le regioni e lo Stato, nell’ambito delle rispettive competenze, riconoscono e agevolano il ruolo degli organismi non lucrativi di utilità sociale, degli organismi della cooperazione, delle associazioni e degli enti di promozione sociale), comma 5. (Alla gestione ed all’offerta dei servizi provvedono soggetti pubblici nonché, in qualità di soggetti attivi nella progettazione e nella realizzazione concertata degli interventi, organismi non lucrativi di utilità sociale, organismi della cooperazione, organizzazioni di volontariato), nonché art.3 comma 2 lettera b ( concertazione e cooperazione tra i diversi livelli istituzionali, tra questi ed i soggetti di cui all’articolo 1, comma 4, che partecipano con proprie risorse alla realizzazione della rete) sembrano lontani nel tempo e soprattutto nello spazio di diritto.
Ultimamente non si può negare che i Piani d’intervento vengono redatti senza che questi principi siano applicati, se non, in taluni casi, più per rispondere ad una forma che usufruire di una risorsa preziosa.
Mi riferisco alla concertazione partecipata.
Nel distretto queste avvengono a titolo personale, senza il rispetto del principio di rappresentanza ed omogeneità.
Il Forum non è un sindacato, è stato più volte espresso, ma non può non richiamare questi principi, anche verso gli stessi componenti del Terzo Settore, affetti sovente da autoreferenzialità conservativa.
Per un piccolo diritto, destinato nel tempo ad assottigliarsi e scomparire del tutto, non si può perdere un processo di adeguamento a principi e norme che regolerebbero, verso il welfare condiviso, i diritti e la crescita di tutti gli stakeholders.
Per anni questo meccanismo è scattato anche negli attori sociali, che a questo punto, per etica e responsabilità, hanno deciso di voltare pagina e costituirsi in Forum.
Lo stato delle Politiche Sociali dell’Area a mio avviso richiede una svolta di metodo, quindi un viraggio verso un sistema di concertazione fattiva e non simbolica, quindi di sfruttamento del know – how territoriale posseduto dal Terzo Settore.
Da qui le nostre pressanti richieste verso le Istituzioni per essere considerati per quello che possiamo apportare al territorio in termini di ridefinizione di un modello di welfare adeguato ai diritti dei cittadini dell’Area.
Come Forum annunciamo l’attivazione di un percorso di animazione territoriale, dove si ascolteranno gli stakeholders per arrivare ad una visione generale ed esaustiva tendente all’attivazione di un meccanismo democratico di social governance.
Specifiche commissioni su aree tematiche di rilievo, come “le non autosufficienze”, il sistema giovanile, l’immigrazione, saranno attivate entro il mese di ottobre con lavori ad evidenza pubblica.
Non demorderemo se il percorso incontrerà degli ostacoli, ce lo aspettiamo.
Ma siamo anche convinti che questo nostro impegno vedrà consenso e partecipazione, anche in chi non porta interessi diretti, ma soprattutto nei giovani e speriamo, anche negli Amministratori illuminati, che potranno percepire in questo percorso un sistema di benessere equanime e soprattutto centrato sugli effettivi bisogni del territorio.

mercoledì 8 settembre 2010

la partecipazione come strumento di cambiamento...


Prendo spunto da un dato recente che mi indice alla riflessione.
Viene stimato il numero di 84 mila disabili ed anziani non autosufficienti nella nostra regione. Di questi il 70% è rappresentato da persone anziane.
Il dato è aggiornato all’anno in corso ed apre alcune riflessioni.
Intanto il bisogno assistenziale che si innesta per salvaguardare l’ovvia esigenza, per fortuna garantita dalla carta costituzionale, di mantenere il proprio stato di salute intesa nell’accezione letterale, ovvero benessere bio – psico – sociale.
Quindi le finestre che si aprono sono immense.
Anzitutto vorrei evidenziare che il sistema parentale tanto enfatizzato nel nostro contesto spesso ricade sui carer di sesso femminile. Se da un lato la famiglia sostiene, anche se di meno rispetto al passato, il congiunto non completamente autosufficiente, altrettanto vero è che questo avviene a discapito dei sogni e della realizzazione di tante giovani donne che sfioriscono alterna dosi nei ruoli di madre e assistente.
Questo una società moderna non lo può permettere né tantomeno visualizzare soltanto la parte buona della vicenda.
Da questa parte buona, ovvero i principi di solidarietà ancora solidi nel contesto calabrese, bisogna partire per dare valore aggiunto ai sevizi e restituire la committente, la famiglia, il ruolo che le compete, ovvero di soggetto attivo nella verifica del sistema servizi.
Auspicabile sarebbe l’incremento delle Associazioni di familiari, ancora poco radicate sui nostri territori, che inevitabilmente agirebbero sul livello partecipativo.
Questo avverrebbe comodamente se si superasse la percezione di inutilità ed il disincanto che spesso, come cittadini, abbiamo nei confronti delle Istituzioni, che per la verità non fanno molto ad agevolare questo passaggio di fondamentale civiltà.
Possiamo quindi identificare nel meccanismo partecipativo la chiave di volta che occorre per snodare alcuni grovigli che non facilitano la riscossione di diritti fondamentali, come la cura e l’assistenza, da parte di molti soggetti deboli.
Posto ciò è necessario che gli Attori Istituzionali come gli Enti locali, competenti per i Servizi territoriali, guardino alle Organizzazioni Sociali ed all’Associazionismo familiare con fiducia e sentimenti collaborativi, oltre quanto sancito dalle normative di settore che quasi stanca ripetere.
D’altronde, giusto per citarne uno, l’art. 118 della costituzione afferma il principio di sussidiarietà, che è un principio regolatore basato sul concetto che le società di ordine superiore devono aiutare, sostenere e promuovere lo sviluppo di quelle minori, con esaltazione dei cosidetti corpi intermedi ( famiglie, associazionismo..) che vanno agevolate, anche finanziariamente, dallo Stato per lo svolgimento di una funzione sociale di cui posseggono adeguato know – how.
Affermato ciò invito a guardare tutti con ottimismo e benevolenza alla recente costituzione del Forum Distrettuale del Terzo Settore dell’Area Grecanica, inteso come catalizzatore di forze buone e professionali in grado di facilitare lo sviluppo del nostro territorio.
Questo attraverso l’esecuzione di buoni servizi alla persona, come quelli che già si fanno, di progettazione altamente professionale e di produzione di lavoro qualificato che nella nostra martoriata terra non risulta mai sufficiente.