giovedì 18 novembre 2010

SOLDATI DI UN FRONTE SENZA FINE.....


Non passa giorno che in tutti i settori della vita pubblica si assiste a manifestazioni di protesta. Sovente queste derivano da una caduta verticale dei diritti garantiti non da uno status, se c’è non certo invidiabile, ma da leggi della Repubblica.
Lo status di chi protesta non è, come scritto, assolutamente invidiabile, perché si tratta di precari che stanno diventando disoccupati, studenti che vivono l’angoscia del futuro, ammalati che non riescono ad avere la dovute prestazioni.
Questa è crisi del welfare.
A fronte assistiamo ad indagini su borse di studio pilotate dalla lobby della cultura universitaria, a funzionari super pagati per ingolfare di burocrazia sovietica gli uffici che invece dovrebbero produrre servizi e benessere, politici dilettanti che hanno portato la nostra Repubblica nell’era glaciale.
Fin qui è moralismo.
Da ora in poi però dobbiamo conoscere e reagire.
Ritengo non sia possibile che la società civile non prenda coscienza di quanto accade, protetta da un sipario di carta velina che è rappresentato dalla convinzione che “a me non serve tutto ciò…”
La salute è un bene collettivo la cui compromissione non deriva dal proprio reddito.

Anche se questo pesa indubbiamente nelle cure.
La condizione di disabilità potrebbe incombere su tutti noi, da un momento all’altro.

Non è un anatema, è realtà lapalissiana.
Ieri è toccato al settore psichiatrico, dopo anni d’incertezza e di successi, dopo aver abbattuto uno dei più incrostati lager d’Italia, con amore e sacrificio, “puzzo di piscio e segatura” ancora si è nell’incertezza sostanziale e formale.
Questo non è più possibile ed è bene che la società civile, se civile è, se ne renda conto…

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