Visualizzazione post con etichetta Religione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Religione. Mostra tutti i post

domenica 9 novembre 2008

c'è chi urla e chi no....

articolo 1: l'Italia è una Rupubblica fondata sul precariato.
Da tutte le parti arrivano urla di dolore. Urlano gli insegnanti precari che il decreto Gelmini rischia di escludere. Urlano i medici precari che dopo vent'anni di laurea vengono stritolati dai "piani di rientro".
Urliamo noi operai del sociale che da quattro mesi non vediamo una lira perchè figli di un Dio minore.
Mi dispiace, ma non sento urlare nelle Chiese, dove vige il silenzio rotto soltanto dai riti.
Non ho sentito le urla della nostra Chiesa, quella reggina, levarsi al cielo per l'imminente morte civile di centinaia di "pecorelle".
Il potere spirituale si distanzia da quello temporale? Speriamo, ma intanto è solo l'ennesima occasione persa!

giovedì 30 ottobre 2008

il reddito virtuale

il reddito virtuale è l’introito che si possiede “sulla carta”, ma che non viene corrisposto mensilmente.
ma come si nutre un soggetto che appartiene a questa categoria?
Fa la spesa, come tutti, ma in modo diverso. Intanto non guarda più se il contenuto dell’alimento è conforme con i migliori dettami nutrizionisti, bensì se il peso si incrocia bene con il costo.
Alla fine si diventa matematici.
Noi portatori di reddito virtuale, alla cassa, dobbiamo pagar in euro. Via dalla mente che possiamo pagare virtuale!
Ad allora …ok il prezzo e giusto!!!
Conti, aggravati dai centesimi, previsioni, bilanci preventivi nel carrello della spesa, prodotti in offerta che se scadono domani…pazienza…li mangiamo tutti oggi e facciamo riserva.
come si veste un portatore di reddito virtuale? Ovviamente non ci si può vestire in maniera virtuale. Ed allora si indossa il capo dei bei tempi, magari un pò fuori moda...ma tanto tornerà in auge, tarme permettendo.
E se non vai a Messa, sei anche facilitato. Oltre tutto il resto, non devi neanche prevedere l'abito buono della festa.
E la benzina dell’auto? Sarà vero che a settanta all’ora fa venti con un litro. Ed allora code interminabili dietro di noi, in statale, ma non per tutti.
Le auto blu, cariche di generali, colonnelli, politici, amministratori, sfuggenti e lampeggianti come i loro passeggeri, ci sorpassano snobbandoci.
E nella loro scia sfuggono anche i ricordi di un tempo migliore.

mercoledì 8 ottobre 2008

credo e quindi insegno...

leggo da Repubblica e pubblico un estratto:

"BRUXELLES - In Italia per diventare insegnante di religione, anche in una scuola pubblica, bisogna ottenere il via libera del vescovo. Una prassi in vigore dai Patti lateranensi del 1929 ma entrata in collisione con le regole europee che vietano qualsiasi forma di discriminazione in ragione del credo religioso di un lavoratore. E per vederci chiaro Bruxelles ha aperto un dossier e inviato una richiesta di informazioni al governo Berlusconi.
Il caso nasce da una denuncia alla Commissione europea promossa dal deputato radicale Maurizio Turco, dall'avvocato Alessandro Nucara e dal fiscalista Carlo Pontesilli. Le accuse del pool radicale sono molto precise e si fondano sulle regole cardine dell'Unione europea. Afferma infatti la direttiva comunitaria del 2000 contro la discriminazione che un lavoratore non può essere discriminato per ragioni "fondate sulla religione".
Ma c'è di più, visto che la parità di trattamento a prescindere dalla confessione è garantita anche dalla Dichiarazione universale dell'Onu, richiamata dal Trattato di Maastricht, e dalla Convenzione europea sui diritti dell'uomo. E, a quanto sembra, la regola in vigore da ottant'anni e confermata nel 1985 in seguito al rinnovo dei Patti firmato da Bettino Craxi va in un'altra direzione.
L'avallo vescovile, è la tesi radicale, rappresenta infatti una violazione delle regole comunitarie."

Quindi per insegnare religione, e non catechizzare, bisogna trovarsi nelle grazie del Vescovo.
Sarà difficile per un ateo esserci.
Quindi è una palese discriminazione che ci pone sempre più ai margini dell'Europa modernista.
Queste norme, come il mancato riconoscimento delle unioni di fatto o i vincoli alla procreazione assistita, mi pongono un dubbio:
cos'è il Vaticano, quello statarello nel cuore di Roma capitale o quello stato sovrano potente e conservatore con attorno un feudo a forma di stivale?