martedì 18 maggio 2010

il welfare...questo sconosciuto

Welfare state significa letteralmente stato di benessere e significa stato sociale, ovvero un sistema di norme ed interventi che tende ad eliminare le diseguaglianze innestando circuiti virtuosi sulle aree di bisogno. L’assistenza sanitaria, sociale, l’istruzione, il lavoro….
Questa è la teoria, ma la realtà…è tutt’altra cosa.
Un esempio è ‘istruzione Pubblica, area robusta fino agli anni novanta, che da quest’anno vede contrazioni spaventose di servizi, un incremento numerico degli alunni per classe sproporzionato all’offerta e la triste novità della disoccupazione che sostituisce il precariato negli Insegnati “annuali”.
Sulla Sanità, omissis e sul sociale si spiega dopo.
Ci ritroviamo una Sanità che non riesce in Calabria a quantificare il debito e che promette lacrime e sangue, leggi tasse, che a pagare saranno sempre i più deboli, come nel caso dei precedenti tiket.
I servizi sono quelli che vediamo.
Una sola autoambulanza per coprire i bisogni dell’Area Grecanica ( 33.000 residenti circa) mentre le postazioni di Continuità Assistenziale non ripartono, nonostante una sentenza del Tar di Reggio Calabria che ridefinisce il rapporto ottimale servizio – cittadino centralizzando quest’ultimo e non l’esigenza di risparmiare soldi spesi da altri…
Ma su questo ci torneremo con più specificità in seguito
Adesso vorrei centrarmi sul terzo settore locale, che rischia di diventare “fascia debole” come l’oggetto del proprio impegno.
Le Cooperative ed Associazioni che dagli anni 80 effettuano servizi alla persona in regime convenzionato o accreditato oggi sempre più annaspano, a causa di un riconoscimento sostanziale da parte degli Enti Pubblici ancora fumoso e spesso inesistente.
I mesi di riardo nell’erogazione dei pagamenti, per prestazione resa, soprattutto riguardo ai convenzionati con l’ASP 5 di Reggio, ammontano ormai a cinque.
Quindi il dipendente di una cooperativa che svolge servizio in regime di convenzionamento con l’azienda Sanitaria di Reggio ha ricevuto adesso il compenso relativo a dicembre 2009.-
Cosa accadrebbe se non ci fosse più un servizio di riabilitazione psichiatrica presso i servizi esistenti?
Ovvero se il “pubblico” decidesse di svolgere in proprio l’attività riabilitativa.
Anzitutto aumenterebbero i costi.
Altro è il compenso di un educatore professionale dipendente è notevolmente al di sotto di un analogo professionista dipendente pubblico, anche se nella nostra ASP forse non se n’è mai visto uno.
Lo stesso dicasi per gli Assistenti Sociali, Fisioterapisti, Infermieri ed altro…
Quindi i costi che si vogliono contrarre di fatto aumenterebbero.
A meno che si decidesse di non effettuare più attività riabilitative, riportando indietro la problematica della salute mentale agli anni settante, prima delle riforma sanitaria e soprattutto della legge 180 del 1978.
Questo configgerebbe con le norme di legge, a partire dalla Carta Costituzionale, con i vari Piani Sanitari regionali e soprattutto con i bisogni dell’utenza.
Ciò che sta accadendo con la Riabilitazione, nel contesto reggino, è emblematico.
E se l’utente ancora non vive il disagio nei servizi è grazie alla coscienza ed all’abnegazione del terzo settore convenzionato che lo rende centrale nel proprio impegno.
Ma fino a quando?
Fino a quando si potrà reggere un sistema diseguale, che vede il terzo settore divenire sempre di più fascia debole, con reddito basso e discontinuo, con riconoscimento debole a livello istituzionale e confusione rispetto al ruolo svolto ed alla professionalità dimostrata?
Questa è la madre di tutte le domande.
Ma il nostro terzo settore, storico e competente, non ci sta più ed ha deciso di scendere in campo per i propri diritti e quelli dei propri assistiti.
Quindi per i diritti di tutto il territorio.
Le azioni saranno visibili e tendenti ad informare tutti, affinché diventi un problema della Comunità e non del singolo.
Attraverso la massima diffusione possibile.
Alla prossima puntata….

lunedì 19 aprile 2010

i fiori sbagliati

Alcuni fiori sbagliano strada, crescono in terreni dove la loro bellezza verrà inevitabilmente ammorbata dalle esalazioni mortifere o da altri fiori come loro, purtroppo sbagliati.
Chi fa servizi sociali e sanitari, chi insegna, vede tanti, troppi, fiori sbagliati.
Come si fa a riconoscerne uno?
Basta immaginarlo da un altra parte, dove sarebbe cresciuto florido e rigoglioso.
Ma quest’altra parte per molti non c'e'.
Oppure basta prestare attenzione a cosa accade nelle aule scolastiche, dove sarebbe tutto bello e tranquillo
Se non ci fossero loro, i fiori sbagliati.
Ma come un fiore può crescere nel terreno giusto?
Ma un fiore se cresce sbagliato può tornare a rivivere?
Si… certo…. forse non tutti…. ma quelli che hanno la fortuna di incontrare chi crede nel cambiamento certamente sì.
Dobbiamo crederci tutti noi... operatori sociali, scolastici, preti….
Essere sole terra ed acqua per questi fiori.
Noi che abbiamo la fortuna o la sfortuna di incontrarli.
Proprio adesso ne sto pensando uno.....

sabato 27 marzo 2010

il cambiamento.....

Il grande giorno è arrivato..si contano le ore, si affilano le unghie per gli ultimi voti, quelli porta a porta.
Vecchi e giovani, sani e malati..vivi e morti.
Regionali…comunali,,la battaglia è uguale.
Stesse armi, stessi sistemi, stesse promesse, a volte, purtroppo, stesse facce.
Noi umili cittadini ci prepariamo agli ultimi assalti.
Chi a difendere la propria idea contro gli ammiccamenti ed il paternalismo dell’amico o del conterraneo, chi a difendere le proprie promesse per opportunità’…ma quale???
Promesse fatte a tutti, a tanti..a troppi.
Mi sento tranquillo.
Il vero amico capisce..il falso se ne va…le promesse, tanto sono sempre uguali.
Allora, cari candidati vecchi…vergognatevi.!
Con quale coraggio ci promettete le cose che non avere mantenuto prima!
Candidati tutti, nuovi e vecchi, ma vi sembra veramente che il popolo è totalmente bue?
Vi sembra possibile che tutti votano tutti? È un concerto per solo tromba….
Ricordatevi tutti che il popolo a volte si copre per non vedere…per non sentire…
Per non vedere i propri giovani andar via per non finire sfruttati, vessati e malpagati in un esercizio commerciale…magari appartenente a quelle stesse persone che si lamentano perché…c’è la crisi….
Per non vedere i propri malati a questuare raccomandazioni per ottenere una visita prima che li colga la morte…
Per non vedersi soffocati da un sistema che premia i lecchini e reprime i migliori, o i coraggiosi .
Quelli che fanno le “cose per bene…..”
Le “cosa per bene” sono diventate l’anormalità….la devianza….
L’accomodamento la norma.
Amici, guardate dritto verso la scheda elettorale..vedrete la vostra idea, qualsiasi essa sia, nascosta dei volti dei potenti.
Scostate questi volti arroganti e scrivete ciò che volete.
Ecco il cambiamento.

domenica 28 febbraio 2010

la scelta di scegliere...

caro Federico,
Leggo con attenzione prima la tua candidatura, resa definitiva dalla scadenza della presentazione delle liste, e poi, ben più importanti, le tue ragioni.
Tu l’hai avuta e ti faccio i miei affettuosi complimenti.
Pensa che per queste elezioni regionali mi sento così indeciso e veramente, adesso, mi manca il coraggio di scegliere. Che guazzabuglio!
Da sinistra a destra. Passando per un centro sempre più intasato e confuso.
Socialisti di destra e socialisti di sinistra…boh!
La destra è giovane. La sinistra è vecchia. Ed io sono confuso. Dove sono le mie idee? Dove il mio partito?
Anche se la responsabilità di questa mia confusione sta senz’altro nella disorganizzazione ideologica ed arrivista di tutte le compagini.
Ma torniamo a noi.
Ho letto le tue ragioni e penso tu sappia che non sarà facile.
Il lavoro non è così semplice da raggiungere,. perché del lavoro e dei giovani, adesso, non frega più niente a nessuno, ma tutti lo promettono e lo decantano.
Qualcuno più coraggioso dice che i giovani non vogliono più lavorare come una volta.
Magari è un becero imprenditore, come ce ne sono tanti dalle nostre parti, che si lamenta perché qualche ragazza non si è accontentata della sua elemosina in cambio di dieci ore al giorno a contare dietro un bancone i soldi che guadagna lui!
Tu sai, caro Federico, che non è così e che non è giusto.
Il tuo paese è vivo ma lo sviluppo e le opportunità ancora non decollano.
I giovani stanno per andar via anche dal lì, come in tutti gli altri posti.
Nuova emigrazione per vecchi problemi. La speranza uccisa favorisce la fuga.
Sai che sul Sociale non si scherza.
Tutti vorremmo non ci fosse bisogno di interventi riparatori.
Immagina quando a mancare sono entrambe le cose!
Questo è un altro arduo compito.
Tuo padre, se dovessi ricordarlo con una metafora, lo immaginerei come un bonario pescatore che intrecciava, riparava e tesseva la rete dove non abboccava nessuno, ma tutti sceglievano di starci dentro.
Perché i modi fanno contenuto. Questo ricordalo sempre.
Fai rete con tutti, anche con chi non sopporti o non stimi. Scoprirai cose nuove.
Attraverso le connessioni passa lo sviluppo dei territori.
Guarda sempre oltre la Valle del Tuccio.
Termino con un sentimento poco nobile. L’invidia.
Forse ti invidio un po’ perché hai in mano la possibilità di cambiare le cose ed io, almeno per il momento, no.
Lo faccio, per ora, anche attraverso te e quelli come te che scendono in campo con ideali onesti ed elevati.
So che non è poco ma sentiti addosso anche questa responsabilità.
E vedrai che sarà una bella avventura!

domenica 17 gennaio 2010

la scelta di fallire

Non parlo spesso di me, ma stanno scoccando tre ricorrenze che mi permettono un po’ d’introspezione.
La prima, la principale, è che terminerò gli “anni quaranta” per avvicinarmi al mezzo secolo di vita.
Bene.
Se così è la mezza età che sia benvenuta.
La seconda è che questo è il 98 esimo post del mio blog.
Si avvicina un’altra ricorrenza.
La terza è che oggi mi va di farlo.
Una gita qualunque, scolastica, di tanti anni fa.
Era il 1976.
Avevo appena quindici anni.
A quindici anni il mondo appare netto, senza sfumature, o bianco o nero.
Gli adulti sono spesso oggetto della tua contestazione e mentre contesti gli attribuisci un’importanza che forse non meritano, non tutti.
Una gita qualunque a Taormina, meta possibile di tutte le gite scolastiche.
Il mio insegnante mi affidò un compito.
Missione impossibile.
Far rientrare tutti alle cinque della sera, per la partenza verso casa.
Perché proprio a me? Si fida di me? Sarò capace?
Ovviamente non fui capace.
I ragazzi avvinghiati in discoteca, corteggianti in spazi di liberta che ancora non possedevano, annusanti indipendenza fino al termine, mi mandarono tutti beatamente e giustamente all’inferno.
Alle cinque della sera ci stavo solo io ad attendere comprensione e sostegno per il mio fallimento.
Così non fu.
Il mio delegante insegnate mi apostrofò con una frase storica, un maglio, uno stigma, una bolla papale manco fossi Martin Lutero.
“Sarai un fallito nella vita. “
Ed allora ho scelto di fallire.
A vent’anni scelsi una strada, un percorso diverso dai miei coetanei più “strutturati”.
Scelsi lo stare accanto fisicamente a chi si trova ai margini, e dentro la Società non può stare perché disturba chi non fallisce mai.
Siano bambini, disabili, adulti, madri, figli.
Purché non siano “normali”.
Dalla scelta di impegno a quella formativa.
Non il contrario come tutti quanti.
Allora da lì tante scelte, tutte capovolte. Tutte strane. Tutte da fallito.
A quasi mezzo secolo di vita mi sento bene, soddisfatto e curioso di ciò che mi aspetta ancora e che andrò ovviamente a cercarmi.
Cari amici che leggete questo post introspettivo domenicale un po’ strano, portate ancora pazienza, è quasi finito.
Spero possiate sempre scegliere nella vita la strada che sentite vostra,senza condizionamenti e proseguirla con libertà.
Se questo è il fallimento ve lo auguro di cuore.

venerdì 15 gennaio 2010

L'impegno...corsia privilegiata per la legalità!


La legalità passa anche attraverso le strade dell’impegno e della condivisione con le persone in difficoltà e con gli Enti che di loro si occupano.
Tra mille difficoltà di diverso ordine ed entità.
La cooperativa Rinascita Onlus, che sul territorio dell’Area Grecanica è presente con numerosi Servizi, in particolare con le Strutture di Riabilitazione Psichiatrica site a Saline di Montebello, con la Casa di Riposo Sorriso al Tramonto a Melito e con i servizi domiciliari per Anziani e Disabili sia sul versante sociale che sanitario, dal 7 gennaio 2010 ha avviato il Servizio Civile Nazionale.
Verranno impiegati 8 volontari, precedentemente selezionati tramite bando datato luglio 2009.
L’impiego dei volontari risponde ad una logica di rete più estesa, alla quale appartiene la cooperativa Rinascita, che la vede anello di congiunzione con realtà solide e di spessore come il Consorzio Mare Sol, con sede a Messina e la cooperativa Aurora, di Palermo.
I volontari si affiancheranno al personale delle strutture allocate a Saline,e della Casa di Riposo Sorriso al Tramonto, per favorire la realizzazione del progetto di Servizio Civile “il Capo Sud della 180”.
La cooperativa Rinascita, attraverso l’adesione al Progetto di Servizio Civile,si prefigge di facilitare la crescita dei giovani che hanno scelto questo impegno come terreno di cittadinanza attiva.
La cultura del cambiamento e dell’impegno passa necessariamente attraverso le nuove generazioni.
Permettere ai giovani di contattare un diverso stile di vita, votato alla solidarietà ed all’effettuazione del mandato di cui si è affidatari con onestà ed impegno, potrebbe rivelarsi un contraltare efficace alla cultura del disimpegno e del conformismo, humus fertile di più gravi problematiche.
Il nostro Territorio, affascinante e martoriato, quindi dovrebbe ringraziare questi giovani, sia per il coraggio della loro scelta, effettuata in tempi certamente non favorevoli, ma anche per il contributo che daranno al benessere delle persone in difficoltà grazie alla loro giovanile vivacità.

sabato 9 gennaio 2010

solidarietà a Peppe

cittadini di Melito, in queste poche ore un consigliere comunale è stato obiettivo di atti vandalici seri.
Non fiaccole ma opere di bene, nel senso che sarebbe utile riflettere sulla necessità che chi si assume le resposabilità di amministrare è comunque sotto gli occhi di tutti e non va lasciato solo.
Dichiaro pubblicamente la mia solidarietà a Peppe Latella, persona che non ha mai lesinato impegno nell'assolvere il suo compito di ammnistratore, anche oltre il mandato.
Condanno nei modi e nella coerenza tutte le intimidazioni che rendono difficile assumersi delle responsabilità ed essere onesti, anche contro il comune agire, che non sempre corrisponde alla cosa giusta.
E' bene che i giovani sappiano questo per reagire adeguatamente.
A noi "maturi" il compito di non sopire il loro entusiasmo con la nostra vigliacchieria.