lunedì 9 febbraio 2009

ricevo e pubblico

Oggi è mancata all'affetto dei suoi cari e a quanti hanno avuto il piacere e l'onore di conoscerla Albina Artuso Mallamaci, Presidente della Consulta delle Politiche sociali di Melito Porto Salvo.
Non trovo le parole per esprimere cosa sia stata Albina per tutti noi.
Appare più facile dire quello che dovrà rappresentare il suo esempio per il mondo delle associazioni e del no profit.

E’ stata e sarà quel faro, quella luce che indica a tutti noi il percorso da intraprendere per tentare di cambiare il volto di una comunità spesso disattenta verso le esigenze dei suoi cittadini, in particolare di quelli che si trovano in difficoltà.

Non lacrime dunque ma azioni forti per il rilancio del'Area, partendo dalla trasmissione di buone prassi che siano di stimolo ed esempio per tutti quelli che a vario titolo operano nel settore sociale.
E' questo il testimone che Albina istituzionalmente mi trasferisce e con esso in parte quella carica che la caratterizzava.
In virtù di ciò voglio augurare a tutti noi che da questo terribile lutto che a vario titolo ci ha colpiti nasca una coscienza nuova.

Credo che sia questo ciò che Albina vorrebbe.

Il vice presidente della Consulta
delle Politiche sociali di Melito Porto Salvo
dott.ssa Francesca
Laganà

è morta Albina

stamattina è morta Albina Artuso.
Albina è stata Presidente della Consulta alle Politiche Sociali del Comune di Melito Porto Salvo, ed è morta in carica.
Ha resistito al suo male quasi dieci anni, terminando tante cose per il benessere dei cittadini in difficoltà.
Ho lavorato spesso con lei, pur nella diversità ideologica e religiosa. Penso che sia stata amica mia, come io amico suo.
Ci ha accumunati la convinzione che le cose vanno fatte bene e con le giuste procedure, e che la politica altro non è che servizio al popolo.
Mi ha insegnato che le differenze non sono un vincolo se si guarda oltre, verso l'obiettivo e soprattutto se ci si rispetta come persone.
Ma questo è pensiero da signori, ed oggi purtroppo una signora ci ha lasciati per sempre.

mercoledì 4 febbraio 2009

si riprende...mamma mia che confusione!

dopo quasi un mese riprendo ad affidare a questo spazio i miei pensieri, spesso stimolati da fatti e vicende della "vita reale".
Ma realmente...dove siamo?
Siamo in un paese, la nostra cara Italia, dove non si può neanche morire in pace, in nome di una vita per gli altri, ma non per chi la vive incosciente in un letto senza sapori, odori e dolori.
Viviamo in un paese dove quello che sembra deve necessariamente essere quello che è! Da qui la corsa all'apparenza delle cose...meno alla sostanza.
Processiamo i giudici che processano...ma non chi andrebbe processato!Lottiamo la mafia per poi alimentarla con il lavoro nero...magari mascherato da volontariato, effettuato da poveri cristi in attesa che qualcuno gli lanci l'osso!!!
Fiaccoliamo ma non ci schieriamo.Aduliamo, ma non appoggiamo.
Quanto comoda è la vita sul piano dell'apparenza.
E poi la nostra vita politica...non ne parliamo nemmeno!
I rossi moralizzano....i neri appoggiano....i bianchi forse sono gli unici che ancora rompono le scatole!
Mamma mia che confusione!!!!

venerdì 16 gennaio 2009

tutto come prima

cosa ebbi a scrivere, nel 1999, intorno alla partecipazione del cittadino, in questo caso "genitore", All'Istituzione scolastica.

"Quale potrebbe essere il ruolo della famiglia nei confronti della Scuola , senza alcuna pretesa di esprimere dei dogmi piuttosto un soggettivo pensiero .
Rispetto al ruolo della famiglia nel mondo della scuola , una cosa è certa : essa non deve essere passiva .
Il ruolo di fruitore passivo di un servizio ritengo non si adatti ai contenuti che la famiglia , attualmente , dovrebbe in sé riporre , e meno che mai ai segnali di disagio che ci rimanda la nostra società .
La Scuola non è un servizio il cui mandato istituzionale debba esaurirsi con l’istruzione nozionistica del bambini , piuttosto formatrice di quel complesso di regole e valori , oltre che di cultura , tessuto connettivo del cittadino futuro .
La famiglia naturalmente non si deve chiamare fuori da questo gioco , ma ricopre , alla fine , specie nei primi anni scolari del bambino , e mi riferisco agli anni di Scuola Elementare , quasi lo stresso ruolo .
Sia a scuola che in famiglia , sia con la madre che con la maestra ,il bambino è terreno d’incontro tra il proprio io ed il mondo delle regole e dei valori .
Cari lettori , spero non mi abbiate confuso , e se l’avete fatto , almeno nelle prima parte della mia comunicazione avete avuto le vostre buone ragioni , con la moltitudine di opinionisti che dalla pagine di qualsiasi quotidiano , o settimanale , o periodico , lanciano analisi al cielo senza pensare che è opportuno , se l’obiettivo è affrontare i problemi e non autocelebrarsi , formulare delle proposte . Come animatore di un gruppo di genitori , che si interrogano continuamente sul proprio ruolo , e su quello delle istituzioni , prime tra tutte la Scuola , mi sento di proporre alle famiglie anzitutto un dovere , che successivamente va tradotto in azione : la partecipazione .Alla Scuola mi sento di proporne un altro : il coinvolgimento .Vedete come si delinea , se ciò viene attuato , un terreno d’incontro e non di scontro , di sinergia e non di “ compartimento stagno “ , di vicinanza e non di distanza .La società attuale , e su questo ci sarebbe da discutere , anche se purtroppo la mia affermazione è vicina , troppo vicina alla realtà , vive una notevole assenza di valori . Il consumismo , i falsi miti , il qualunquismo , ci affliggono quotidianamente .E la responsabilità non è certamente da attribuire ai giovani, come qualche moralista facilone spesso fa da qualche pagina di quotidiano altrettanto moralista e facilone.
Appare chiaro come da una sinergia delle forza in campo , come scuola e famiglia , nella fattispecie , ma potremo aggiungerne altre , potrebbe scaturire un valido argine per i problemi della società .
Noi non vogliamo che i nostri figli “ sappiano far di conto “ , almeno non soltanto , ma pretendiamo dalle istituzioni e da noi stessi come famiglia che essi diventino cittadini del futuro , con un occhio a sé i e l’altro, più aperto e vigile , alla collettività , fondamento della società civile . Quindi alla famiglia si chiede di non delegare , di partecipare con proposte , critiche costruttive e mai distruttive ed interventi sinergici con le altre istanze educative . Alla Scuola si chiede di far partecipare le famiglie anche oltre i termini stabiliti dalle normative , perché modernità è anche stare un passo avanti all’attuale .
Come vedete il “ come “ è un foglio bianco , e qui sta il bello .
Tocca a tutti noi , insieme , riempirlo di gesti concreti."
Sento che nulla è cambiato, ma forse peggiorato.
La cosa buona è che, dopo dieci anni, ancora non mi sono arreso!

Insana sanità

Costituzione italiana: articolo 32. La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività.
In buona sostanza significa che la Repubblica, attraverso interventi operativi, politici, economici, garantisce ai cittadini il diritto alle cure. La Costituzione fa sessant’anni e ciò non accade, i terminali della Repubblica, ovvero chi governa in modo decentrato, ma mettiamoci pure chi deve eseguire il mandato, spesso dimentica questo sublime articolo.
L’insania è data dalla assoluta mancanza di tutela del cittadino di fronte alla malattia, evento spiacevole quanto ineluttabile.
File interminabili, Centri di prenotazione che propongono contatti diretti con i sanitari, se conosciuti, per “fare prima”, Medicina Generale poco disponibile alle visite domiciliari, Psichiatria matta, uffici ingolfati di medici a timbrare chissà cosa come fossero alle Poste Italiane, dove forse non timbrano più, prevenzione così complicata che il paziente preferisce rischiare la malattia che ammalarsi dietro a file, prenotazioni, arroganze perpetrate dai regnanti dello sportello, varie inefficienze… e chi più ne ha ne metta!
Ed allora senti cosa fo?
Tagliamo tutto!
meno le teste dei responsabili di questo sfascio, ben salde anche se poco funzionanti. Meno dei loro Primariati e Dirigenze, solide e trasferibili da qualsiasi parte. Meno dei loro solidi e robusti stipendi coccolati dalle Banche, perché buoni investitori.
Allora si chiudano pure gli Ospedali piccoli, le Guardie Mediche, forse unico presidio di prossimità per il cittadino, si taglino i fondi per la ricerca, si avvolgano gli operatori nel precariato, si buttino in mezza ad una strada i lavoratori in convenzione, si contraggano le Università…..tanto i Baroni restano,
Così non esistendo l’intervento non esisterà più la malattia, e l’unico ammalato, grave e incurabile, sarà la nostra Sanità!

mercoledì 7 gennaio 2009

è giunta l'ora?

Vi sfiora l’idea che le Associazioni servono all’immobilismo che ci affligge per dare un contorno di stimolo e partecipazione che di fatto non è significativa?
Altrimenti perché nella nostra Area non decollano tutte le azioni che possano facilitare lo sviluppo e l’occupazione?
Sarà la ndrangheta? Anche, ma esiste in noi una forma subdola di mafia che divora le iniziative come niente, che seda gli animi più propositivi e stabilizza le cose, quando invece ci vuole un terremoto.
Benvenuta Centrale a Carbone, se svegli un po’ le Associazioni che si gongolano sornione sui fasti di una innovazione più sublimata che reale.
In questa eterna comoda funzione di stimolo, agita da anni, sarà che è giunta l’ora di salire in sella, e non stare alla finestra a moralizzare su errori, orrori ed omissioni colpevoli e dolose?
Alla prossima Centrale….

giovedì 1 gennaio 2009

Buon Anno

Buon Anno, ma non retorico.
Non di pace, quando pace significa status quo. Non d'amore, quando l'amore è quello che sembra ma non quello che è.
Auguro a tutti i miei compaesani un anno di consapevolezza, magari anche scomodo. Un 2009 dove alle fiaccole venga sostituito il fuoco del cambiamento, attraverso processi reali e concreti.
Rendere consapevoli il contesto non serve se non si agisce concretamente.
Mi auguro e vi auguro di trovare la forza per costruire anche quando far ciò costa rinunciare ad un rancore.
Questo messaggio non è stato pubblicato altrove.
Mi dispiace, è stata gettata via una occasione di quella pace tanto abusata negli sms ma poco ambita nella realtà.
Buon Anno alla politica, che è la cosa più pulita del mondo purchè non la sporchino gli uomini. Anche alla nostra, quella locale, che ancora attende emergano giovani leve.
Buon Anno alla Chiesa, quella locale. Meno sagrati e più vicoli. E' questo il mio augurio.
A tutti quanti "gli impegnati" auguro loro di trasformare l'impegno "orale" in fatti. E' di questo che c'è bisogno e non di comode e soft battaglie culturali.
Buon Anno a me, che più tempo passa e più m'incazzo.
Mi auguro di non averne più bisogno.
Buon anno a tutti!