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giovedì 1 gennaio 2009

Buon Anno

Buon Anno, ma non retorico.
Non di pace, quando pace significa status quo. Non d'amore, quando l'amore è quello che sembra ma non quello che è.
Auguro a tutti i miei compaesani un anno di consapevolezza, magari anche scomodo. Un 2009 dove alle fiaccole venga sostituito il fuoco del cambiamento, attraverso processi reali e concreti.
Rendere consapevoli il contesto non serve se non si agisce concretamente.
Mi auguro e vi auguro di trovare la forza per costruire anche quando far ciò costa rinunciare ad un rancore.
Questo messaggio non è stato pubblicato altrove.
Mi dispiace, è stata gettata via una occasione di quella pace tanto abusata negli sms ma poco ambita nella realtà.
Buon Anno alla politica, che è la cosa più pulita del mondo purchè non la sporchino gli uomini. Anche alla nostra, quella locale, che ancora attende emergano giovani leve.
Buon Anno alla Chiesa, quella locale. Meno sagrati e più vicoli. E' questo il mio augurio.
A tutti quanti "gli impegnati" auguro loro di trasformare l'impegno "orale" in fatti. E' di questo che c'è bisogno e non di comode e soft battaglie culturali.
Buon Anno a me, che più tempo passa e più m'incazzo.
Mi auguro di non averne più bisogno.
Buon anno a tutti!

domenica 9 novembre 2008

c'è chi urla e chi no....

articolo 1: l'Italia è una Rupubblica fondata sul precariato.
Da tutte le parti arrivano urla di dolore. Urlano gli insegnanti precari che il decreto Gelmini rischia di escludere. Urlano i medici precari che dopo vent'anni di laurea vengono stritolati dai "piani di rientro".
Urliamo noi operai del sociale che da quattro mesi non vediamo una lira perchè figli di un Dio minore.
Mi dispiace, ma non sento urlare nelle Chiese, dove vige il silenzio rotto soltanto dai riti.
Non ho sentito le urla della nostra Chiesa, quella reggina, levarsi al cielo per l'imminente morte civile di centinaia di "pecorelle".
Il potere spirituale si distanzia da quello temporale? Speriamo, ma intanto è solo l'ennesima occasione persa!