venerdì 16 gennaio 2009

Insana sanità

Costituzione italiana: articolo 32. La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività.
In buona sostanza significa che la Repubblica, attraverso interventi operativi, politici, economici, garantisce ai cittadini il diritto alle cure. La Costituzione fa sessant’anni e ciò non accade, i terminali della Repubblica, ovvero chi governa in modo decentrato, ma mettiamoci pure chi deve eseguire il mandato, spesso dimentica questo sublime articolo.
L’insania è data dalla assoluta mancanza di tutela del cittadino di fronte alla malattia, evento spiacevole quanto ineluttabile.
File interminabili, Centri di prenotazione che propongono contatti diretti con i sanitari, se conosciuti, per “fare prima”, Medicina Generale poco disponibile alle visite domiciliari, Psichiatria matta, uffici ingolfati di medici a timbrare chissà cosa come fossero alle Poste Italiane, dove forse non timbrano più, prevenzione così complicata che il paziente preferisce rischiare la malattia che ammalarsi dietro a file, prenotazioni, arroganze perpetrate dai regnanti dello sportello, varie inefficienze… e chi più ne ha ne metta!
Ed allora senti cosa fo?
Tagliamo tutto!
meno le teste dei responsabili di questo sfascio, ben salde anche se poco funzionanti. Meno dei loro Primariati e Dirigenze, solide e trasferibili da qualsiasi parte. Meno dei loro solidi e robusti stipendi coccolati dalle Banche, perché buoni investitori.
Allora si chiudano pure gli Ospedali piccoli, le Guardie Mediche, forse unico presidio di prossimità per il cittadino, si taglino i fondi per la ricerca, si avvolgano gli operatori nel precariato, si buttino in mezza ad una strada i lavoratori in convenzione, si contraggano le Università…..tanto i Baroni restano,
Così non esistendo l’intervento non esisterà più la malattia, e l’unico ammalato, grave e incurabile, sarà la nostra Sanità!

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