domenica 1 giugno 2014

la curva ( gli anni strani)



Ancora oggi, quando passo da quella curva, penso sia la curva della mia vita.
Trent’anni fa, forse più. Diciamo la verità, trentadue. Un luogo, una scelta, Mirco, Marco e Pietro l’Orbo. Li chiameremo così quei bambini.
Ed io, bambino come loro, un po’ meno per la verità, a condividere la loro vita, ed a decidere la mia, di vita.
Mirco, Marco e Pietro l’Orbo non erano bambini come gli altri.
Erano figli della malapianta, che i propri innocenti tentacoli, a volte, li reclamava. Ed io, bambino come loro, forse un po’ meno, ci giocavo su. Un paio di volte, forse, anche più, ci provò, la malapianta.
Non ci riuscì, non so perché, non ricordo, ero troppo giovane.
Alcune volte anche con me, la malapianta del disimpegno, del pentimento, dei dubbi, ci provava.
Ma chi cazzo me l’ha fatta fare di stare qui tra mutande sporche di cacca infantile, ma sempre cacca era, urla e centinaia di pagine sgrammaticate da correggere.
Non sapevo, l’avrei saputo, dopo, che erano le pagine della mia vita.
E con più forza, urlavo a me stesso, ma chi cazzo te l’ha fatta fare! E lo urlavo proprio in quella curva.
Una curva larga, da percorrere veloce, con la mia utilitaria, io, Mirco, Marco e Pietro L’Orbo, verso la Scuola, ogni mattina presto, puntuali, a contrastare l’indegna origine con la cultura.
Ma ogni curva, anzi, quella curva, era un incognita.
Immaginavo picciotti con la coppola, i baffi e la lupara appena dietro, nascosti tra i cespugli, pronti a balzare e sparare contro tutti e quattro, io, Mirco, Marco e Pietro L’Orbo.
Ogni curva era un dubbio. Per il viaggio molto breve, per la verità, verso la Scuola. E per la mia vita e le mie scelte.
E per i miei strani, contrari, inusuali ventun anni.
Non ci fu mai nessuno dietro quella curva. Ma Mirco, Marco e Pietro L’Orbo, dopo anni di normalità, vennero risucchiati lo stesso dalle spire della malapianta, che non ebbe bisogno di coppola e lupara.
Ma dietro quella curva ci stava la vita che lasciavo, comoda e pulita, “per bene”, garantita.
E ci stavano i miei successivi trentadue anni sporchi di vita, fallimento e lotta, che chiameremo, adesso, gli anni strani…..

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