domenica 4 maggio 2014

Olio, Petrolio ed Acqua Minerale.....



Sui fatti di Roma, il dominio degli ultrà e la supervalutazione dei personaggi inquietanti che adesso sono agli “onori “della cronaca, tanto si è parlato. Non è opportuno né interessante per nessuno leggere il mio pensiero. 
Ma da queste libere pagine vorrei ricordare il calcio, il mio calcio, com’era e come non lo è stato più. Avevo ventidue anni e decisi di non giocare più con gli adulti, con i coetanei, in tornei organizzati. 
Violenza, acredine, dissapori, malumori di profilo personale.
Non assisto ad una partita di calcio, per scelta, dal 1985. A Melito, mancavano pochi minuti alla fine della partita, ed un avversario s'infortuna. Vero o falso l'infortunio, non so. Ma il calciatore ha commesso un grosso errore. 
Si è infortunato proprio sotto la gradinata degli agguerriti tifosi melitesi. 
Ad allora sputi, ingiurie, bottiglie di plastica, schifezze varie proprio da gente mite, serena e diciamo anche, a volte, vigliacca. La trasformazione che questi compaesani subirono, in tale occasione, mi sconvolse.
Era troppo per chi cerca nella palla rotonda un’occasione di svago. 
Allora con altri dissidenti, con i quali condividevo la gioia di stare insieme, formammo una squadretta che sfidava altri come noi. 
E ci divertimmo finché le vie della vita non ci separarono.
E mi ricordo con gioia quando, accompagnati da un tifo speciale, i miei ragazzini, ed a ventidue anni avere dieci/dodici ragazzini non è da tutti (ma questa è un’altra storia, e ve la racconterò dopo.) coniarono uno slogan: “olio, petrolio, ed acqua minerale, per battere Alberti ci vuol la Nazionale!!! “
Diciamo anche meno, molto meno, ci voleva per battermi, ma i ragazzini, i miei ragazzini, ai margini della vita, di essa invece avevano capito tutto. 
Avevano capito cos’era il divertimento e cos’era la violenza. Che sono due cose distinte e separate.
Ma loro, l’abbiamo scritto prima, sono e rimarranno un’altra storia.

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