Si narra che un portatore d'acqua reggeva, per mezzo
di un bastone intorno alle spalle, due anfore.
Portava acqua fresca da bere alla casa del Maestro.
Un’anfora, però, perdeva. Per anni la storia andò
avanti così.
Ed alla casa del Maestro arrivavano tutti i giorni due
anfore.
Una piena, un’altra, mezza vuota.
Il portatore d’acqua, dopo tempo, ed onestamente, si
accorse di ciò, e ne fu mortificato.
“Maestro, avresti avuto molta più acqua se le anfore fossero state
entrambe senza crepe. Tu mi hai pagato sempre come se ti avessi portato due
anfore piene!!
“
Il Maestro sorrise benevolo
e chiese al portatore d’acqua di ripercorrere insieme il sentiero che porta
fino alla casa.
Da un lato del sentiero
spuntavano fiori bellissimi, colorati e profumati.
Era il lato dell’anfora
crepata. Era il margine del sentiero sul quale cadeva l’acqua dall’anfora
rotta.
Su quel lato spuntava forte la
vita.
“Ecco, amico, disse il Maestro, io l’ho sempre saputo, ed ho accettato
di avere meno acqua, perché così riuscivo ad avere più fiori”.
Questo brano lo usai in
momenti formativi dove andava detto, con forza, che la diversità, amici, toglie
forse qualcosa, ma come narra la storia, ne dà altre.
La diversità è una ricchezza per chi riesce a coglierla.
Per chi riesce a guardare i fiori che spuntano dal sentiero...
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