sabato 12 giugno 2010
e li chiamano matti....
Nel 1978, dopo un decennio ed anche più nel quale il Movimento di psichiatria democratica affermò una nuova concezione della malattia mentale, vene promulgata la famosa legge n.180.
La stessa, qualche mese dopo, divenne parte integrante delle legge che riordinò il Servizio Sanitario nazionale fino al momento francamente confuso e corporativo, la n.833.
Anno 1978. Trentadue anni fa.
Ma oggi come siamo messi nell’applicazione di una normativa che fu rivoluzionaria?
La persona con disabilità non più soggetto deviante da internare, a vantaggio della società tutta ( concetto di Franco Basaglia) piuttosto persona ammalata da curare.
E dove? Non più nei manicomi ma in ospedale per le acuzie come tutti i malati e nel territorio per il reinserimento sociale.
Che rivoluzione.
Ma dopo trentadue anni come vengono considerate le persone affetta da patologia psichiatrica. Ancora matti e non v’è dubbio. Perché?
Perché il territorio è uno sconosciuto, il welfare crolla dietro i colpi dei Piani di Rientro di spese esagerate generate dalla stessa casta che adesso risparmia sulla pelle dei più deboli, perché, almeno giù da noi, pochi conoscono le potenzialità di una persona con disabilità psichica.
Sapete che potenzialità possiede un disabile mentale?
Nessuna e tutte. Esattamente come te e come me….
E se invece di una patologia psichica il nostro amico avesse una gastrite cronica o l’artrosi ci porremmo il problema di cosa sa fare, di come si relaziona, di come si veste, se potrà mai amare…
Penso di no.
Basaglia scriveva così: “ Ogni volta che affronto il problema della psichiatria mi sento sempre più confuso. Tendenzialmente la psichiatria è sempre oppressiva , è uno strumento di controllo sociale , ed a partire da questo punto di vista l’assunto diviene più complesso . La psichiatria nacque come elemento di liberazione dell’ uomo , se ricordiamo Pinel liberò i folli dalle prigioni , ma infelicemente li rinchiuse in un'altra prigione , il manicomio . Dopo Pinel , se esaminiamo la storia di tutta la psichiatria , spiccano soltanto nomi di grandi psichiatri , e dei malati rimangono solo le etichette , come isteria , mania , schizofrenia , astenia , ecc.ecc.
La storia della psichiatria è la storia degli psichiatri, e non dei malati , e questo tipo di situazione ha legato indissolubilmente il malato al suo medico , creando una situazione di dipendenza dalla quale il malato non poté più liberarsi “ .
Ancora oggi è così e forse peggio perché non abbiamo superato gli OPG ( Ospedali psichiatrici Giudiziari) che per legge non sono Sanità, ma Giustizia, perché i gruppi di convivenza autonomi sono ancora una chimera, perché i Centri Diurni rimangono fantascienza e non ultimo perché contraendo i costi si intaccano principi quali la riabilitazione che sono prodromi ad un vero e proprio reinserimento nella società per il disabile mentale.
I servizi domiciliari psichiatrici a sostegno delle famiglie sono deboli, carenti e centrati prevalentemente sull’aspetto sanitario puro.
Questo è quanto e non possiamo dormire sonni tranquilli.
A proposito, vi domanderete cosa c’entra il veliero?
È fatto con migliaia di stuzzicadenti messi insieme con dovizia e metodo.
Lo ha creato una persona affetta da patologia “speciale”, al quale auguro di alzare le vele verso l’autonomia ed il benessere, ovvero la vita.
E poi…. li chiamano matti…
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