domenica 27 ottobre 2013

quindici, quattordici, ventuno.....

 Anni fa, forse dodici, mi trovavo in una V liceo, sessanta km. da qui, e parlavo ai ragazzi dell’accoglienza, della tolleranza, dell’ascolto.

Allora Mario, lo chiamerò come me, mi disse – e sei io dicessi a tutti i miei compagni che sono gay, cosa accadrebbe? – per un attimo piombò il silenzio, ma solo per un attimo.
Poi Maria, che chiamerò come me, lo ruppe con determinazione – a Mario, ma che c’importa se sei gay, per noi sei Mario, il nostro compagno di scuola, e per questo ti vogliamo bene, per gli anni passati insieme, non per chi ami o chi ti piace! -  la classe approvò, e Mario sorrise spiazzato.
E sì, l’accoglienza spiazza.
Mario, lo chiameremo così, fece outing in tempi non sospetti, e mi donò una delle più belle storie della mia vita.
Insieme a Maria, ed insieme a tutti i compagni tolleranti.
Questo non ebbero i ragazzi che ritennero la vita insopportabile, tra battute, disprezzo e lontananza. 
E scelsero la morte.
15, 14 e 21 anni avevano.Tutti decisero di chiudere con la vita nell'anno in corso.
Tra loro non c’era Mario, per fortuna, e neanche Maria, purtroppo.
L’omofobia è un fenomeno da non sottovalutare, da affrontare sia dal punto di vista legale, sia pedagogico. 
E non si può più prescindere da ciò.
Aiuta Mario,aiuta Maria ed aiuta tutti a crescere in un mondo tollerante.







http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/10/27/news/giovane_si_suicida_nella_lettera_sono_gay_e_si_lancia_dal_comprensorio_pantanella-69577428/?ref=HREA-1
www.repubblica.it

sabato 26 ottobre 2013

per fare un Paese...ci vuole un fiore!


per fare una biblioteca...una navetta per Pentedattilo, una pista ciclabile.....ci vuole un fiore.
Ricordate tutti la canzoncina del grande Sergio Endrigo che in buona sostanza attribuiva al fiore, dimostrandolo, l'origine di ogni cosa? Bene, anche a Melito, per fare una biblioteca, che manca da anni, ci vuole un fiore!
E che fiore ci vuole? Un fiore che sboccia ogni tanto, a volte mai, che nel mondo non appassisce, ma basterebbe, a Melito, che fosse come le rose di Atacama....basterebbe che sbocci una sola notte.
Il fiore della partecipazione.
Il sentirsi sudditi passivi di un governo, in questo caso comunale, che a sua volta si sente regnante, ha dato i suoi effetti.
L'assoluta mancanza di "benefit" di civiltà.
In parte essi sono contenuti all'inizio di questo mio delirio da fine settimana, ma potrei andare all'infinito. Dalla mancanza di Servizi ai più deboli, ad una viabilità da quarto mondo, da una passività sostanziale rispetto al più grosso vulnus del paese, la costante agonia del Tiberio Evoli, alla mancanza di sostegno ad azioni culturali. E via discorrendo.....
Senza dimenticare il mostro della Centrale a Carbone, pronto ad azzannare.
Fermiamoci qua, e proviamo ad immaginare invece se il popolo, santa parola, fosse anche massa critica, chiedesse conto a chi ha votato, ma non in termini di riscossione di improbabili promesse elettorale, piuttosto in termini di vantaggio per la collettività tutta.
Forse, con questo poderoso fiato sul collo, non sarebbe cosi' ambita la poltrone nella "casa rosada" di via Rimembranze".
Sarebbe dura e scomoda.
Certo, con sudditi intorno diventa tutto più facile....molto più facile.
Ma cosa occorre per far ciò? Come si facilita la partecipazione dela gente? Come si crea una classe dirigente di qualità e senza vincoli familistici od elettorali?
Come?
Come? 
Ovviamente, ci vuole un fiore. Quello di prima.

lunedì 21 ottobre 2013

Assemblea Forum Provinciale.....per un mondo migliore...

il Forum territoriale dell'Area Grecanica, Sabato 26 ottobre prossimo, alle ore 9,30 presso l’Accademia delle Belle Arti, Aula Magna “G. Marino”, via XX Luglio-Reggio Calabria,  parteciperà alll’Assemblea Generale fondativa del Forum Provinciale  del Terzo Settore di Reggio Calabria.
Il Terzo Settore rappresenta, ormai da decenni, una realtà imprescindibile per garantire la stessa coesione sociale del Paese.  L’impegno quotidiano di migliaia di organizzazioni nel campo delle politiche sociali, dei servizi alla persona, della cultura, della tutela dell’ambiente, dei beni comuni, della democrazia partecipata, rappresenta una risorsa fondamentale, della quale il nostro sistema non può fare a meno.
In particolare l'Area grecanica, intesa come distretto socio sanitario n. 4, Melito capofila, riceve quotidianamente sollecitazioni dal territorio che richiedono appunto la massima coesione e partecipazione.
Le risposte ai bisogni, definiti tradizionali, come i servizi per le persone anziane e disabili, è ormai asfittica.  L'esigibilità dei diritti è il vero vulnus  nel contesto locale e provinciale.
L'Ospedale Tiberio Evoli ha ridotto notevolmente l'offerta, i trasporti ridotti a fronte di un territorio frastagliato e vasto e non utlima l'edilizia scolastica non adeguata con relativi disagi ai bambini, vedi scuole elementari di Bova Marina.
In questo contesto quindi occorre uno stimolo forte verso le Istituzioni ed un sostegno costante e percepito verso la popolazione.
Ruolo che deve necessiamente anche essere svolto dal III settore locale, che persegue "per mandato" l'esigibilità dei diritti e la sostanziale eguaglianza di opportunità.
Sabato 26ottobre  a Reggio  si compirà Il percorso avviato oltre 3 anni fa, attraverso la costituzione del Forum Provinciale del Terzo Settore. Che conterra i vari forum territoriali, tra i quali quello dell'Area grecanica.
L’Assemblea porrà anche le basi per un'adeguata programmazione , che vedrà necessariamente azioni tese a garantire i diritti di cittadinanza nel territorio, a partire dalle fasce più deboli e povere, la tutela dei beni comuni, la legalità, l’ambiente, ma anche azioni di coesione interna con una particolare attenzione ai territori più lontani ed abbandonati della nostra provincia.
Elemento che nell'Area grecanica è quanto mai imprescindibile.
Per queste solide motivazioni quindi invitiamo tutte le organizzazioni del III settore del distretto di Melito, ovvero operanti nei paesi di Montebello, Bagaladi, Roghudi, San Lorenzo, Condofuri, Bova, Roccaforte, Bova Marina e naturalmente Melito Porto Salvo a presenziare e partecipare attivamente ed in forze all'assemblea del 26 prossimo.

domenica 20 ottobre 2013

I GIORNI DELL'INFAMIA, UN ANNO DOPO....



E’ passato circa un anno dai "giorni dell'infamia", dove un sistema superficiale di valutazione "massiva" ha portato antichi e fratricidi pregiudizi a slatentizzarsi..... far finta di niente è inopportuno, esagerare non serve, elaborare serenamente è assolutamente necessario...
tutto iniziò nell’ottobre 2012, leggendo la relazione di scioglimento del comune di Reggio Calabria. Ad un certo punto trovai Rinascita. Intesa come paravento delle cosche locali. Subito mi prese la sorpresa ed anche la paura di non poter difendere l’ovvio.
Ma come possono le cosche locali nutrire interesse verso una cooperativa investita in pieno dalla crisi del settore, che chiude gli ultimi tre bilanci in passivo e soprattutto per non licenziare dipendenti si vede costretta a ricorrere agli ammortizzatori sociali?
Tento una conferenza stampa, poco partecipata, nello stesso mese, per esprimere con forza il senso delle cose, cercando attraverso i fatti e la ragione di oppormi agli abbagli espressi ma soprattutto a ciò che ha creato maggiormente danni, a che pian piano stava divenendo problema parallelo all’aspetto giuridico della vicenda, fino a sostituirla del tutto….sua maestà il pregiudizio!
Intravedo lo spettro di Kafka dietro la macchinosa vicenda quando, qualche mese dopo, viene sciolto il consiglio comunale di Melito, arrestato il sindaco, e di nuovo Rinascita sui giornali!!!
Nuovamente ritorna l’assunto che la cooperativa è paravento delle cosche, al quale di aggiunge l’ipotesi che esse ha ricevuto facilitazioni dal comune appena sciolto.
La storia recente dice il contrario. Enormi crediti vantati, servizi svantaggiosi, ricorso a decreti ingiuntivi. Eppure ciò non basta.
Il pregiudizio e l’isolamento raggiungono l’apice, ed in tutti i contesti.
Nel marzo del 2013 la cooperativa viene raggiunta da informativa antimafia a carattere interdittivo emessa dalla Prefettura di Reggio Calabria.
E qui nessuno di noi si meraviglia più di tanto.
I Tartari finalmente escono dal deserto ed attaccano il fortino.
Passano i mesi più duri. Viene revocato un contratto e diversi collaboratori di fatto perdono il posto di lavoro. E diversi utenti rimangono senza servizi.
Nel circondario si parla di chiusura, dissesto, liquidazione. I fornitori si allarmano. I committenti anche. Immaginiamo i soci ed i dipendenti.
Nel luglio dello stesso anno l’interdittiva viene sospesa dal Tribunale Amministrativo di Reggio Calabria con ordinanza significativa ed esaustiva. L’udienza di  merito viene fissata per il 18 dicembre prossimo, a chiudere un anno infame.
Sembra finito il calvario, ma ancora per terra ci stanno i cocci di un vaso, la nostra credibilità ed onestà, infranto dal pregiudizio e dalla superficialità. E dall’ignavia.
La sorte ironica vuole però che proprio nell’anno infame la cooperativa compie le nozze d’argento. Difatti è stata fondata esattamente venticinque anni fa.
E proprio alla fine di questo breve racconto che nessuno avrebbe voluto narrare si annuncia che Rinascita celebrerà, com’è giusto, il proprio venticinquennale. E lo farà con semplicità, nei prossimi  mesi, programmando degli eventi semplici e di tono commisurato all’attuale crisi economica, ma intensi e carichi di significato. Non è facile scrollarsi dalla spalle e dal cuore quanto accaduto, ma è necessario farlo perché l’obiettivo, per chi verrà dopo di noi, è tra venticinque anni celebrare il cinquantesimo!
E questo lo si può immaginare soltanto guardando avanti con la forza che scaturisce dalle capacità di reagire ai venti contrari ed insidiosi, e con l’onestà di tutti i giorni.
Ad maiora.

lunedì 26 agosto 2013

DI CHI E' LA COLPA?



Interrogati dopo la guerra,ognuno di loro dice:Colpevole io?.L'infermiera non ha ucciso nessuno, si è limitata a spogliare e tranquillizzare gli ammalati,gesti comuni della sua professione. Nemmeno il medico ha ucciso,ha semplicemente confermato una diagnosi,secondo criteri stabiliti da altre istanze. L'operaio che apre il rubinetto del gas, quindi colui che è più vicino all'omicidio nel tempo e nello spazio, svolge una funzione tecnica sotto il controllo dei suoi superiori e dei medici. Gli operai che sgombrano la stanza compiono un necessario lavoro di bonifica,per di più assai ripugnante.
Chi è dunque il colpevole?Tutti o nessuno? Perché l'addetto al gas sarebbe più colpevole dell'operario addetto alle caldaie, al giardino, ai veicoli? ( alle radici del male – Z.B.)
Inizio con questa metafora un ragionamento che non vuole essere giudicante, ma facilitare la riflessione.
Il voto.
Il significato dato a questa semplice operazione, che costò la vita a milioni di persone, è distante dalla sua reale portata.
Me l’ha chiesto prima – non posso fare a meno – è mio cugino – mi ha promesso un posto di lavoro per mio figlio, si mette a disposizione –
potrei continuare quasi all’infinito citando numerose motivazione a sostegno, più o meno consapevole, di una scelta.
Spesso non corrispondente ai bisogni del proprio paese.
Quindi, di fronte ad una situazione o più di disagio, ( traffico, servizi, clientele, inefficienze), con molta umiltà, e desiderio di cambiare, chiediamoci, senza schermirci, “ di chi è la colpa”?

martedì 20 agosto 2013

salviamo la villetta "Turi Pansera"....



La villetta Turi Pansera appartiene ai cittadini, ed alla loro disponibilità deve tornare. 
Intendo soprattutto le giovani generazioni che non conoscono la storia della villetta né del sindaco Salvatore Pansera, gestione 1957, e personaggio di rilievo nella Melito vivace e fiorente dell’epoca.
Personalmente la villetta rappresentava luogo di giochi dei “ragazzi del 61” ed oltre. 
L’antistante strada, dove le macchine erano cosa rara, servivi da campo di calcio. 
La villetta, misteriosa e dalla vista superba verso le strade sottostanti, era luogo di chiacchiere ed aggregazione. 
Il cosiddetto Paese Vecchio rappresentava un luogo vivo e d’interesse non solo storico ma relazionale. In buona sostanza la gente ci stava e ci stava bene!
La villetta, come documenta la foto, è in condizioni di degrado. 
L’erba è alta ed il cancello è chiuso. Appartiene al nulla, come molti altri beni Melitesi in attesa di ripristino e soprattutto restituzione alla collettività.
La villetta non è del Comune, ma nostra, perchè il Comune siamo noi, indipendentemente dalla gestione, se elettiva o commissariale.
Allorquando i cittadini non si sentiranno sudditi ma protagonisti il salto sarà possibile. 
Nel mentre spetta alle Amministrazioni restituire alla collettività i siti d’interesse storico – culturale.

venerdì 16 agosto 2013

la rivoluzione di settembre

La rivoluzione.
Tutti la vogliono fare.
Nessuno la fa.
Tutti affermano che le cose non vanno bene. Ospedale, Servizi, Lavoro, Mafia e Cultura.
Un soffio di vento sposta gli ideali. Li muove come foglie in balia di venti più deboli di quanto in effetti vengono percepiti.
Poi tutti in vacanza, come nulla fosse. Agosto vince.
in vacanza fisicamente e mentalmente.
Mi preoccupa più mentalmente.
Sarà forse la rivoluzione di settembre?