venerdì 16 agosto 2013

Ospedale sì....qualità pure....

Che L’Ospedale di Melito non debba chiudere, ridurre i servizi, sacrificarsi alle decisioni politiche che vanno a volte in conflitto con le esigenze della popolazione, non v’è dubbio. 
Nei mesi scorsi abbiamo assistito a numerose manifestazioni, incontri, promesse debitamente non mantenute, disquisizioni legal – politichese. 
Alla fine il nostro Ospedale è sempre più contratto ed in determinate ora della giornate sembra un luogo fantasma. 
Sulla professionalità e sulla dedizione degli operatori nessuno nutre dubbi, almeno palesi, e sono stati ampiamente difesi da una fascia della popolazione che ha deciso d’impegnarsi per l’esigibilità del diritto costituzionale alla salute. 
Ma sarebbe oltremodo superficiale difendere l’Ospedale senza però mettere in evidenza alcuni elementi di qualità piuttosto deboli che presumibilmente sono fonte di disaffezione da parte di un buon numero di cittadini, noti per non aver preso alcuna posizione, o aver assunto posizioni critiche tout court.
E nella fattispecie mi vorrei soffermare su un fenomeno, che non è opportuno ritenere fisiologico. 
Ma oltremodo patologico.
E dobbiamo apertamente denunciarlo.
Ovvero l’assistenza ai pazienti ricoverati, specie anziani.
Affermo forse il falso, e quindi soggetto a querela, se affermo che i parenti devono cambiare i panni ai pazienti, devono imboccarli, devono curare l’assistenza notturna, specie, come detto, per le persone anziane?
Affermo forse il falso se scrivo che in caso di assenza di rete parentale vengono a volte attivati paralleli circuiti che portano improvvisati assistenti, pagati dalle famiglie, invadere le notti ospedaliere ?
L’orario delle visite è valido fin quando il parente non “serve”.
Vero o falso?
Allora, serenamente, dobbiamo dirci le cose come stanno. Ed ammettere che forse il personale è alle corde. Però questa situazione ricade sui malati e sui loro familiari. 
Quindi occorre lottare a 360° non solo per contrastare l’impoverimento del nosocomio ma anche perché sia garantita la qualità dell’assistenza ai pazienti non particolarmente autosufficienti.
Scritto ciò chi ritiene sia falso, lo provi e quereli pure. 
E prosegua pure ad edulcorare la realtà, e quindi non sciogliere i veri nodi. 
O altri nodi oltre le scellerate scelte politiche.
Ma sappia pure che quanto scritto è la realtà, facilmente dimostrabile, e proveniente da testimonianze raccolte e da esperienze di carattere personale e professionale.
Quindi insieme si lotti per la qualità, primo passo per il rilancio dell’Ospedale.
Dall’interno verso l’esterno.
E solo insieme, con la verità sostanziale in mano, si può combattere questa battaglia di civiltà. 

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