lunedì 27 settembre 2010

Maria e gli studi....

La chiameremo così, Maria.
Nata nel 1917, adesso non c’è più.
Allora, nel 2001, ci stava e mi raccontò una bella storia. Bella e triste.
Maria era la prima di quattro figli, piccolo centro pedemontano della nostra stupenda area. Il torrente, maestoso quanto secco, allora non lo era.
Maria era la prima ma spesso essere primi e femmine non è cosa buona. Non lì, non in quel momento.
Quindi lei era la vice mamma…quella alla quale lo studio era negato dai suoi stessi genitori, per doveri familiari. Maria doveva accudire ai fratelli quando la madre lavorava nei campi.
Maria però veniva fortemente attirata da quei libri colorati, che parlavano di terre lontane, di battaglie e di belle storie.
Come la sua della quale non scriveranno mai i libri.
Al lume della candela Maria leggeva di nascosto, ed imparava a far di conto. Con la scusa di aiutare i fratelli, tutti maschi e quindi da far studiare, Maria imparava anche se ogni tanto i genitori le ricordavano i “doveri femminili”.
Maria imparò a cucire, ricamare e rammendare. Utile nei tempi del fai da te…
Maria non “ebbe mai gli studi”, ma mi raccontò questa storia un decennio fa ed adesso mi ritorna in mente , chissà perché.
Forse perché ancora lapidano donne, nel mondo, perché le ragazze sono le prime ad alzarsi per sparecchiare la tavola, o perché per le mamme tutto è più difficile.
Si passa dal ruolo di mamme per i propri figli a quello di assistente per i genitori, ormai anziani, propri e del marito.
Eterna ruota del dovere. Che spesso gira da una parte sola.
Da qui dobbiamo stare attenti. Il recupero delle tradizioni che da qualche tempo noi “grecanici” abbiamo ri - attivato richiede che un minimo di selezione, su ciò che è cultura e ciò che non è, vdaa fatto.
Penso al ruolo della donna che nelle nostre tradizioni, al di là dell’enfasi che si fa sul ruolo matriarcale sovente occulto, non esprime certo valorizzazione.
La storia di Maria ne è chiara testimonianza.

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