lunedì 27 settembre 2010

il cibo della mafia





La mafia si combatte con le forze dell’Ordine, sia a livello preventivo che repressivo, con l’innesto di una nuova cultura basata sui diritti e sul senso dello Stato, ma anche togliendole l’humus di consenso che negli anni, antistato riconosciuto, si è creata e consolidata.
Per far ciò, ovviamente, non bastano le iniziative pubbliche, che però sono indispensabili per rafforzare in tutti noi il concetto, visivo, di una società civile presente.
Insomma, servono a contarci.
Non è il durante, il giorno della conta, se diecimila o quarantamila, piuttosto è il giorno dopo. Ed i giorni a seguire.
La mafia si ciba anche dei momenti celebrativi fini a se stessi, ma potrebbe soffocare se questi momenti rimbalzano nella vita di tutti i giorni, nel tempo.
Quando ci si comincia a domandare se ciò che chiediamo appartiene alla categoria dei diritti o dei favori.
Domanda cruciale nei nostri contesti. Proviamo a rispondere.
La mafia si ciba di ottusità e lungaggini burocratiche.
Di apparati dello stato che non riescono, in tempo utile, a stabilire, per esempio, se le Scuole devono esser chiuse o no. E qui un dispiacere.
Forse il mondo dell’Istruzione Calabrese avrebbe potuto far di più, il 25 settembre scorso, nel garantire una presenza più vasta ed armonica.
Ed un grazie va ai ragazzi coraggiosi che, nonostante tutto, hanno levato alte le voci del futuro.
Per ultimo il piatto forte..la mafia vince perché è impresa!
E soprattutto sfonda le porte aperte della disoccupazione e del terrore del futuro.
La via maestra per la riduzione del potere mafioso sta nel dare lavoro.
E soprattutto mantenerlo.
Per il resto, parlano le foto.

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