Chissà a cosa pensava l’ometto, che portava il cognome di
un santo nostrano, quando volava dal terzo piano dell’ennesimo reparto
psichiatrico, durante l’ennesimo ricovero. L’ultimo.
Sicuramente pensò di andare in senso contrario al percorso
dell’illustre ma umile parente, che salì in cielo. Lui, l’ometto, scese in
terra che più in terra non si può.
Chissà se si muore subito, soffocati dalle
proprie ossa rotte, dal sangue che viene da dentro, dai denti che spingono distrutti
in gola. Chissà se si ha il tempo di immaginare che nulla è accaduto e sperare
di tornare indietro, durante il volo di dieci metri o già fantocci per terra.
Chissà.
Ma torniamo all’ometto. All’omonimo ometto che visse anni
ed anni di confino nella città dei folli, per motivi imprecisati…chi narrava
della classica delusione amorosa, chi di un trauma per aver assistito ad un
evento violento, chissà.
Torniamo all’omonimo ometto che dopo anni nella città dei
folli decise di dedicare ciò che rimaneva dei suoi anonimi giorni alla lotta
contro il confino dalla vita, il manicomio.
Il luogo imprecisato dove il tempo e lo spazio sono
concetti personali e soggettivi, dove le notti ed i giorni si confondono in un
unico immenso magma di indifferenza e violenza.
L’ometto, piccolo, grassottello ed a modo suo elegante, con
un accenno di baffetti sul labbro, lottò accanto ai più quotati parolai
dell’epoca, gli anni ottanta.
Convegni, interviste, proteste, incontri, lettere e denunce.
Addirittura scrisse, e gli rispose, l’allora Presidente della Repubblica.
Rivoluzionario anche lui. Di quelli che non se ne fanno più.
L’ometto goffo, ma chi ha detto che gli eroi devono per
forza essere “giovani e belli”, lottò con tutte le forze che aveva, contro il
pregiudizio e contro la bestia, che ogni tanto tornava e costringeva la mente a
volare prigioniera in deliri surreali ed irripetibili.
Poi venne l’ultimo delirio, l’ultimo volo e l’ultimo sogno.
A memoria, corta e debole, di chi visse quell’epoca. A
memoria di chi pensa, come me, che la storia, quella vera, la fanno gli umili
ed i folli……
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