sabato 9 agosto 2014

L'ometto omonimo che sapeva volare.......



Chissà a cosa pensava l’ometto, che portava il cognome di un santo nostrano, quando volava dal terzo piano dell’ennesimo reparto psichiatrico, durante l’ennesimo ricovero. L’ultimo.
Sicuramente pensò di andare in senso contrario al percorso dell’illustre ma umile parente, che salì in cielo. Lui, l’ometto, scese in terra che più in terra non si può. 
Chissà se si muore subito, soffocati dalle proprie ossa rotte, dal sangue che viene da dentro, dai denti che spingono distrutti in gola. Chissà se si ha il tempo di immaginare che nulla è accaduto e sperare di tornare indietro, durante il volo di dieci metri o già fantocci per terra. Chissà.
Ma torniamo all’ometto. All’omonimo ometto che visse anni ed anni di confino nella città dei folli, per motivi imprecisati…chi narrava della classica delusione amorosa, chi di un trauma per aver assistito ad un evento violento, chissà.
Torniamo all’omonimo ometto che dopo anni nella città dei folli decise di dedicare ciò che rimaneva dei suoi anonimi giorni alla lotta contro il confino dalla vita, il manicomio.
Il luogo imprecisato dove il tempo e lo spazio sono concetti personali e soggettivi, dove le notti ed i giorni si confondono in un unico immenso magma di indifferenza e violenza.
L’ometto, piccolo, grassottello ed a modo suo elegante, con un accenno di baffetti sul labbro, lottò accanto ai più quotati parolai dell’epoca, gli anni ottanta.
Convegni, interviste, proteste, incontri, lettere e denunce. Addirittura scrisse, e gli rispose, l’allora Presidente della Repubblica. Rivoluzionario anche lui. Di quelli che non se ne fanno più.
L’ometto goffo, ma chi ha detto che gli eroi devono per forza essere “giovani e belli”, lottò con tutte le forze che aveva, contro il pregiudizio e contro la bestia, che ogni tanto tornava e costringeva la mente a volare prigioniera in deliri surreali ed irripetibili.
Poi venne l’ultimo delirio, l’ultimo volo e l’ultimo sogno.
A memoria, corta e debole, di chi visse quell’epoca. A memoria di chi pensa, come me, che la storia, quella vera, la fanno gli umili ed i folli……

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