mercoledì 13 agosto 2014

Fumo negli occhi.....



Sulla tematica migranti non si può continuare a sottacere accettando l’uso strumentale che ne viene fatto, per fornire una ragione a tutti i mali recenti della nostra società.
Leggo missive di cittadini indignati che lamentano l’assenza di un servizio sanitario adeguato a Reggio Calabria a causa dei continui sbarchi. Altri lamentano la scarsa attenzione che il Governo darebbe alle politiche del lavoro per privilegiare l’assistenza in mare ai migranti.
È chiaro che a qualcuno conviene ci sia una guerra tra poveri per coprire endemiche carenze di servizi e situazioni di crisi le cui responsabilità non sono assolutamente adducibili alla drammatica contingenza degli sbarchi ripetuti di persone disperate che sfuggono da bombe, fame, stupri e miseria, sicuramente peggiore della nostra.
Il riscontro di casi di pediculosi, evento non raro nelle nostre Scuole o in contesti caratterizzati da elevata concentrazione di persone, appare in tali frangenti fenomeno naturale e non sconosciuto. Lo stesso potrebbe valere per i casi decantati di scabbia.
Da qui l’appello ai cittadini di non farsi abbindolare da rigurgiti razzisti e strumentalmente confusivi, e chiamare le cose con il proprio nome e cognome, ricordando che i fondi che permettono l’accoglienza ed il soccorso dei migranti provengono dalla Comunità Europea, per via delle Prefetture, e non da risorse altrimenti destinate a cittadini.
Ed ovviamente fanno parte delle misure che negli anni scorsi non siamo stati capaci di trasformare, per incompetenza e colpevole egoismo, in benessere per la collettività.
I famosi Fondi UE.   
Il lavoro non c’è perché costa eccessivamente, perché le politiche fin ora non lo hanno facilitato e soprattutto perché il mantenimento di apparati di profilo politico – lobbistici toglie risorse ad investimenti in tal senso. In buona sostanza se tra (spesso) ingiustificate indennità e premi di produzione un dirigente della P.A. guadagna l’anno l’equivalente delle stipendio di un giovane impiegato, sottrae risorse alla sua auspicabile assunzione.
Quindi guadagnare meno e guadagnare tutti. Altro che migranti.
La Sanità reggina e calabrese in genere è al collasso. Investimenti nel marketing ai quali non sottintende un corrispettivo in termini di servizio al cittadino è prassi consolidata.
Che vi siano ambulanze non medicalizzate, come lamenta il cittadino che ha scritto di recente su una testata online, è realtà che risale a diversi anni or sono.
Che l’emergenza – urgenza non sia struttura che possa rispondere completamente ai rischi che corrono i cittadini per le vie delle proprie città è atto consolidato e riconosciuto, almeno fino all’arrivo dei migranti.
Dopo tale evento, a loro tutta la responsabilità di aver tolto efficienza alla macchina del welfare calabrese.
Immagino che chiunque dotato di buona memoria ed onestà intellettuale possa ritrovarsi in questa mia debole e superficiale analisi.
Il resto è solo fumo negli occhi, per non dire altro.


Nessun commento: