lunedì 24 giugno 2013

Andrea e la Belva...



lo chiameremo Andrea. E non è il suo vero nome. Ci chiesero di ospitarlo per due giorni.
E rimase a vita. E lì vi morì.
Andiamo per ordine.
Non era una persona facile Andrea.
Beveva e il demone dell’alcool lo trasformava in uno sconosciuto aggressivo contro tutti e contro se stesso.
Ma non rimanemmo inerti ad aspettare la belva.
La combattemmo.
Marcamento ad uomo. Lui usciva. Alla porta di ogni bar trovava uno di noi.
Eravamo tanti, troppi per un alcolizzato claudicante. Giovani senza orario e turno a combattere la Belva, spavaldi, coraggiosi, guasconi.
Bestemmiando Andrea rientrava a casa, la casa che divenne sua per l’eternità, diciamo che divenne, monumento agli ultimi della vita, Villa Andrea.
Ci accoglieva sorridendo come dire “ mi avete fottuto”.
E si rideva insieme, come insieme si rimaneva al camino, nelle notti invernali a parlare di fantasmi del passato che risalivano dalle fiamme.
Che risalivano dalle vite disgraziate di chi abitava la casa, la casa della gioia e del rispetto.
Ed i fantasmi, all’alba, lasciavano spazio alla vita, alle risate, alla novità, al mistero del cambiamento.
Ma un giorno la Morte, mandata dalla Belva, si riprese ciò che era suo.
Tremando Andrea, una calda domenica di settembre, entrò in Ospedale assalito da una possente febbre.
Erano le fiamme del camino, i fantasmi del camino che salivano verso di lui.
Dopo tre giorni di visioni, sonno senza sogni ed occhi aperti a guardare, senza vedere, chissà quale mondo, Andrea spirò.
Ed io ero là, a prendermi l’ultimo respiro.
Sembrava di vedere la vita uscire dal suo martoriato corpo, involucro traballante per un’anima gentile, alla faccia della Belva. Andrea per sempre. Andrea da un’altra parte, dove tutto è giusto.
Dove nessuno zoppica e stanno tutti bene.
Mi sono chiesto sempre se le anime dei folli rimangono folli! Chissà.
Lo portammo a spalla, a piedi, su per la via principale. Il Vigile Urbano, che adesso abita anche lui il cielo, o chissà dove, si portò la mano destra alla visiera del berretto.
Omaggio al figlio povero.
Omaggio all’ultimo degli ultimi.
Omaggio ad Andrea che morì appena cominciò a vivere.
Morire amati e meglio che vivere abbandonati.
Contro i manicomi, sempre e comunque.

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