L’anno che verrà non potrà che essere migliore per
le Politiche Sociali dell’Area.
Il concetto, che presuppone una speranza, è semplice
da spiegare e desidero farlo con una metafora.
Oltre il fondo non si può andare.
Si può solo risalire.
L’anno passato ha visto un’ incredibile
indietreggiamento rispetto a quanto, con difficoltà, ottenuto negli anni.
Non voglio fare un’analisi politica. Non è mestiere
mio. Ma come non rilevare la stasi che attanaglia l’Ufficio Piano insediato
presso il Comune di Melito di Porto Salvo, capofila di distretto, con stimoli e
difficoltà nel corso degli ultimi anni.
Siamo fermi e non se ne capiscono le ragioni.
Ricordo che la Programmazione è l’unico contrasto
all’annichilimento economico che hanno subito le Politiche Sociali dal 2010 ad
oggi.
Per entrare nel merito l’anno a cui ho fatto
riferimento è stato l’ultimo che ha visto finanziato il Fondo per le Non
autosufficienze. Oltre il fondo è stato cassato.
Sul fondo politiche sociali in genere si è passati
da 1231,2 ml. Euro del 2008 a 178,5 ml. Euro nel 2011.
La Politiche Sociali non sono un termine che dobbiamo
sentire distante ed eccessivamente tecnico, perché consistono in interventi professionali
e finanziari per rispondere ai bisogni delle persone anziane sole e non
autosufficienti, delle persone con disabilità, delle famiglie in difficoltà
sociale ed economica, dei minori da sostenere e non utilizzare soltanto in spot
elettorali, degli immigrati,
risorsa e non problema, e presuppongono tanti altri interventi che sono la
misura della civiltà di un popolo.
Non sono e non debbono essere un fondo dal quale
attingere per compensare altrui sprechi.
Che fine ha fatto, tornando sempre al Comune di
Melito, la Consulta delle Politiche Sociali che negli ultimi anni era il tafano
che pungeva nelle tenebre, oltre ad essere un interessante luogo di confronto e
proposta ?
Da qui un appello all’Assessore al ramo di convocare
la Consulta subito e sostenere il suo riassetto.
E negli altri Comuni perché non esiste una Consulta?
Vorrei chiarire da subito un concetto.
Mi appello prevalentemente al Comune di Melito in
quanto capofila di Distretto e come tale, per legge, competente per spingere e
sostenere le Politiche Sociali d’Area.
È oltremodo vero che il III settore ha la sua parte di
responsabilità in ciò.
In questo momento rischia di ripiegarsi nelle
proprie difficoltà, di chiudersi a riccio per difendersi dalla riduzione delle
risorse, dai ritardi nei pagamenti e per ultimo dalle aggressioni mediatiche
fantasiose quanto inconsistenti.
Al III settore locale chiedo fiducia e coesione.
Verremo fuori anche da questa tempesta ma solo rimanendo uniti.
La crisi ha accentuato i bisogni ed i più deboli sono
diventati gli agnelli da sacrificare al pubblico egoismo.
Dobbiamo, invertendo la tendenza alla rassegnazione,
sostenere fortemente la promozione umana perché in essa risiede il futuro di un
contesto.
Solidali si cresce e coesi si vince.
Che sia un anno nuovo, ma veramente nuovo,
soprattutto nella coesione e nell’impegno tanto personale quanto collettivo.