Fare politica significa occuparsi degli affari della
polis, la città.. Non è una mia idea,
ma di qualcuno molto più in alto di me che sul tema ha ampiamente teorizzato. E
non intendo, per mancanza di capacità, entrare in merito. Condivido pienamente
la definizione e la rimbalzo a vantaggio di chi pensa che la politica è una
cosa sporca. Però la politica sporca non nacque.
La politica, devo prendere atto, è stata però
sporcata dagli uomini. E da chi?
Da tutti quelli che l’anno utilizzata, per esempio,
a fini personali. Da tutti quelli che non la intendono un servizio alla
collettività ma uno strumento per arrecare benefici, per esempio, alla propria
famiglia, al proprio clan.
Ma è stata sporcata anche da tutti quelli che,
ricoprendo ruoli politici, si sono girati dall’altro lato di fronte a palesi
irregolarità o comunque inettitudini dove a pagare è stato il cittadino, il
territorio, la stessa politica nel suo concetto più nobile.
Adesso alcune riflessioni.
Ma chi non s’interessa di politica la sporca con il
suo, cosiddetto, menefreghismo? Forse, ma riconosciamone le attenuanti del
caso. Di fronte a cotanta sporcizia, sfuggire è vitale, per molti. I quali,
ignari, pensano di sfuggirne anche gli effetti. Ma da questi è un po’ più
difficile.
Se non ci sono servizi, se chiude l’Ospedale, se il
paese è sporco, se c’è la mafia ecc.ecc.…c’è anche per te. L’effetto del
disinteresse lo pagano tutti.
Altra considerazione. Quanto conta il familismo il
politica. Qui la considerazione si divide in due trance. Alla prima, una
risposta secca. Il familismo in politica conta parecchio, perché difficilmente
un elettore non voterà per un congiunto. Il quale, e qui sta lo sporco, visto
la conta dei voti parentali, scarsamente conscio dei propri limiti, si candida ad aeternum forte di ciò.
La seconda sub considerazione riguarda appunto
l’assunto di questo scritto, ovvero che politica significa affari della polis. Onestamente, lo vedete l’eletto con i voti della
famiglia fare “gli affari dalla polis” e non quella dei parenti che l’hanno
votato?
Ultima considerazione sul tema. Ma quali sono i
nostri affari? Altro non sono che avere servizi, strade pulite, opportunità di
sviluppo e crescita, e sono beni collettivi che vanno necessariamente visti
come individuali.
Percepire come vantaggioso il parente consigliere comunale
che ci fa saltare la fila per ottenere un certificato o ci permette d accedere
ad un ufficio fuori dall’orario di ricevimento, scusate, è molto riduttivo.
Ci si vende per poco, molto poco. Vuol dire, forse,
che il nostro valore è questo.
Io però non ci credo, non ci credo affatto. Ma
questo ragionamento alla prossima puntata.
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