Anni fa, forse dodici, mi trovavo in una
V liceo, sessanta km. da qui, e parlavo ai ragazzi dell’accoglienza, della
tolleranza, dell’ascolto.
Allora Mario, lo chiamerò come me, mi
disse – e sei io dicessi a tutti i miei compagni che sono gay, cosa accadrebbe?
– per un attimo piombò il silenzio, ma solo per un attimo.
Poi Maria, che chiamerò come me, lo
ruppe con determinazione – a Mario, ma che c’importa se sei gay, per noi sei
Mario, il nostro compagno di scuola, e per questo ti vogliamo bene, per gli
anni passati insieme, non per chi ami o chi ti piace! - la classe approvò, e Mario sorrise spiazzato.
E sì, l’accoglienza spiazza.
Mario, lo chiameremo così, fece outing
in tempi non sospetti, e mi donò una delle più belle storie della mia vita.
Insieme a Maria, ed insieme a tutti i compagni tolleranti.
Questo non ebbero i ragazzi che
ritennero la vita insopportabile, tra battute, disprezzo e lontananza.
E
scelsero la morte.
15, 14 e 21 anni avevano.Tutti decisero di chiudere con la vita nell'anno in corso.
Tra loro non c’era Mario, per fortuna, e neanche
Maria, purtroppo.
L’omofobia è un fenomeno da non
sottovalutare, da affrontare sia dal punto di vista legale, sia pedagogico.
E
non si può più prescindere da ciò.
Aiuta Mario,aiuta Maria ed aiuta tutti a
crescere in un mondo tollerante.
http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/10/27/news/giovane_si_suicida_nella_lettera_sono_gay_e_si_lancia_dal_comprensorio_pantanella-69577428/?ref=HREA-1
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