E’ passato circa un
anno dai "giorni dell'infamia", dove un sistema superficiale di
valutazione "massiva" ha portato antichi e fratricidi pregiudizi a
slatentizzarsi.....
far finta di niente è
inopportuno, esagerare non serve, elaborare serenamente è assolutamente
necessario...
tutto iniziò
nell’ottobre 2012, leggendo la relazione di scioglimento del comune di Reggio
Calabria. Ad un certo punto trovai Rinascita. Intesa come paravento delle
cosche locali. Subito mi prese la sorpresa ed anche la paura di non poter
difendere l’ovvio.
Ma come possono le
cosche locali nutrire interesse verso una cooperativa investita in pieno dalla
crisi del settore, che chiude gli ultimi tre bilanci in passivo e soprattutto
per non licenziare dipendenti si vede costretta a ricorrere agli ammortizzatori
sociali?
Tento una conferenza
stampa, poco partecipata, nello stesso mese, per esprimere con forza il senso
delle cose, cercando attraverso i fatti e la ragione di oppormi agli abbagli
espressi ma soprattutto a ciò che ha creato maggiormente danni, a che pian
piano stava divenendo problema parallelo all’aspetto giuridico della vicenda,
fino a sostituirla del tutto….sua maestà il pregiudizio!
Intravedo lo spettro di
Kafka dietro la macchinosa vicenda quando, qualche mese dopo, viene sciolto il
consiglio comunale di Melito, arrestato il sindaco, e di nuovo Rinascita sui
giornali!!!
Nuovamente ritorna
l’assunto che la cooperativa è paravento delle cosche, al quale di aggiunge
l’ipotesi che esse ha ricevuto facilitazioni dal comune appena sciolto.
La storia recente dice
il contrario. Enormi crediti vantati, servizi svantaggiosi, ricorso a decreti
ingiuntivi. Eppure ciò non basta.
Il pregiudizio e
l’isolamento raggiungono l’apice, ed in tutti i contesti.
Nel marzo del 2013 la cooperativa
viene raggiunta da informativa antimafia a carattere interdittivo emessa dalla
Prefettura di Reggio Calabria.
E qui nessuno di noi si
meraviglia più di tanto.
I Tartari finalmente escono
dal deserto ed attaccano il fortino.
Passano i mesi più duri.
Viene revocato un contratto e diversi collaboratori di fatto perdono il posto
di lavoro. E diversi utenti rimangono senza servizi.
Nel circondario si
parla di chiusura, dissesto, liquidazione. I fornitori si allarmano. I
committenti anche. Immaginiamo i soci ed i dipendenti.
Nel luglio dello stesso
anno l’interdittiva viene sospesa dal Tribunale Amministrativo di Reggio
Calabria con ordinanza significativa ed esaustiva. L’udienza di merito viene fissata per il 18 dicembre
prossimo, a chiudere un anno infame.
Sembra finito il
calvario, ma ancora per terra ci stanno i cocci di un vaso, la nostra
credibilità ed onestà, infranto dal pregiudizio e dalla superficialità. E
dall’ignavia.
La sorte ironica vuole
però che proprio nell’anno infame la cooperativa compie le nozze d’argento.
Difatti è stata fondata esattamente venticinque anni fa.
E proprio alla fine di
questo breve racconto che nessuno avrebbe voluto narrare si annuncia che
Rinascita celebrerà, com’è giusto, il proprio venticinquennale. E lo farà con
semplicità, nei prossimi mesi,
programmando degli eventi semplici e di tono commisurato all’attuale crisi
economica, ma intensi e carichi di significato. Non è facile scrollarsi dalla
spalle e dal cuore quanto accaduto, ma è necessario farlo perché l’obiettivo,
per chi verrà dopo di noi, è tra venticinque anni celebrare il cinquantesimo!
E questo lo si può
immaginare soltanto guardando avanti con la forza che scaturisce dalle capacità
di reagire ai venti contrari ed insidiosi, e con l’onestà di tutti i giorni.
Ad maiora.
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