la morte di Albina,le cui condizioni erano da tempo oggettivamente serie, mi ha portato a riflettere su un troncone del mio pensiero che il dolore per la perdita di una cara amica aveva in qualche modo anestetizzato.
Albina ha scelto di portare a termine la sua vita fermandosi soltanto quando le condizioni di salute l'hanno resa inabile.
Ricordo che la scorsa estate, già provata dal male assassino, abbiamo organizzato una "Consulta aperta" a Pentedattilo, incontrando i giovani dell'Arci Toscana.
Dopo un paio di mesi ci ha lasciato con il suo ricordo ed il suo impareggiabile esempio.
Anche Eluana, lo stesso giorno di Albina, ci ha lasciato.
Ci ha lasciato male,tra mille polemiche, agonia burocratica e svolazzar di tuniche moraliste ed ingerenti.
Anche lei ha scelto,per bocca di un tenero padre.
Ha scelto di definire vita quello che si sente e si prova, la gioia ed il dolore, gli odori ed i sapori.
Eluana non li sentiva più da 17 anni. Albina li ha sentiti fino alla fine.
Entrambe hanno scelto la cosa migliore per sè, dimostrando, da posizioni diametralmente diverse, cosa vuol dire essere padroni della propria esistenza.
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