giovedì 25 giugno 2009

Medici, Pazienti, Generali e Colonnelli

Ciò che sta accedendo in questi giorni ha semplicemente dell’assurdo. Mi riferisco ai risvolti politico istituzionali che avvolgono come spire il sistema democratico della nostra regione.

La chiusura delle postazione di Guardia Medica non la vuole nessuno.

Pur disdegnando l’opinione “di parte “ dei perdente posto, portatori di interesse personale, dell’intervento dell’ordine dei Medici preoccupato della caduta dei livelli di assistenza e della dignità professionale dei propri iscritti, dei cittadini rei di pensare alla propria salute, dei sindaci che sanno di essere i garanti della salute dei propri cittadini, quello che adesso mi preoccupa è il disprezzo da parte della Commissione Straordinaria dell’Asp delle Istituzioni politiche locali.

Picche è stato risposto ai Sindaci coraggio, compatti come non mai, che scioglieranno la conferenza alla chiusura delle Guardie.

Altrettanto al Governatore Loiero, che in un estremo tentativo di ricomposizione ha ricevuto soltanto promesse di fermale l’accetta, già partita e senza retromarcia.

Ricordiamo che la chiusura avviene per una interpretazione dolosamente errata del rapporto che prevede un medico incaricato ogni 3500 abitanti.

Rapportando a 4 medici in forze alla postazione i conti tornano.

Ma i medici sono in turno uno per volta, e quandi il rapporto, ad esempio, per quanto riguarda la postazione di Melito, è di uno a circa 18.000 abitanti tra residenti, domiciliati e migranti. ( Melito, Roghudi e San Lorenzo Marina).

Ma voglio centrare l’attenzione su quanto in premessa, ovvero l’esercizio esagerato dei poteri da parte del Commissario Straordinario.

Se formalmente è vero che la Commissione dipende dal Governo, il non aver tenuto conto di quanto richiesto dagli Enti locali e Regionali è di una gravità inaudita, di portata Istituzionale estremamente seria in una democrazia occidentale.

Mi voglio augurare che nelle prossime ore il Governo Centrale guardi giù, in fondo in fondo allo stivale, e finalmente si renda conto che la provincia di Reggio Calabria sta assomigliando sempre più al Cile degli anni 70 intervenendo per riprendere la palese violazione della Carta Costituzionale, in particolar eil diritto alla salute ( art.32) che sta avvenendo da queste parti.

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